Ormai non è più una novità: le compagnie telefoniche se vogliono fare quattrini in futuro, devono spingere sulle comunicazioni a banda larga. La nuova frontiera si chiama broadband mobile, di cui Wind ha acquisito lo scorso anno dal Ministero delle Telecomunicazioni la licenza per sfruttare le frequenze di quarta generazione a partire dal 2013. In questo contesto è ovvio che la telefonia fissa non avrà più futuro ed è per questo che il nostro paese risulta ancora più arretrato di altri, frenato dal corporativismo e dagli interessi dell’ex monopolista delle telecomunicazioni.
Ricavi Wind mobile sono saliti del 39%
Nella telefonia mobile Wind ha chiuso l’anno con più di 21 milioni di clienti, in crescita del 5% rispetto al 2010, rafforzando ulteriormente la propria quota di mercato in Italia. Tale crescita – si legge in una nota della società – si è sviluppata in tutti i segmenti con trend positivi sia nella clientela mobile prepagata, che nel segmento alto spendente post-pagato che nel segmento Internet mobile. In quest’ultimo Wind registra una crescita repentina, in gran parte derivante dalla diffusione di smartphone e tablet, con ricavi da Internet mobile in aumento del 39% e ricavi da messaggistica in aumento dell’11%.
Wind investe più di un miliardo nella banda larga mobile di quarta generazione
Sul fronte degli investimenti, nel corso del 2011 Wind ha continuato a spendere ingenti somme nella crescita del business focalizzando la propria attenzione sui fattori più importanti per i clienti ed, in particolare, sull’ampliamento della copertura HSDPA volta a garantire performance elevate per il traffico dati in mobilità, per l’ulteriore allargamento della copertura ULL per la rete fissa, e per l’incremento della capacità di backhauling necessaria per servire in maniera ottimale l’aumento esponenziale del traffico dati sia fisso che mobile. In aggiunta agli investimenti di cui sopra, pari a circa 995 milioni di euro, nel terzo trimestre dell’anno si è conclusa l’asta per le frequenze “LTE/4G” indetta dal governo italiano (di cui abbiamo parlato ampiamente in un precedente articolo) che ha visto Wind aggiudicarsi 2 blocchi nello spettro degli 800MHz e 4 blocchi nello spettro dei 2.600MHz per una spesa totale pari a circa 1,1 miliardi di euro.
Margini futuri sempre più risicati, Moody’s mette in guardia e rivede il rating di Wind
Nonostante i positivi dati di bilancio, Wind sembra però avere ancora pochi spazi di crescita e il futuro si giocherà appunto sul fronte broadband mobile dove la compagnia ha investito molto. In tal senso l’agenzia di rating Moody’s due mesi fa ha tagliato il giudizio di Wind Telecomunicazioni da Ba3 a B1 con outlook stabile. Il declassamento – informa una nota – riflette le previsioni dell’agenzia su probabili pressioni future su ricavi ed Ebitda a causa del deterioramento del contesto macro-economico e di normative italiane più severe. Conseguentemente la leva finanziaria di Wind sarà vicina a 5 volte l’Ebitda rettificato con limitate prospettive di riduzione. Tuttavia l’outlook stabile riflette l’aspettativa di Moody’s sulla capacità di Wind di mantenere la sua posizione competitiva nel mercato italiano delle telecomunicazioni affrontando con successo i trend negativi attuali senza alcuna conseguenza su redditività, generazione di cassa e liquidità.
Rendimento a due cifre per le obbligazioni Wind, ma attenzione ai rischi
Pur non essendo quotata in borsa, la società è presente sul mercato obbligazionario con diverse emissioni ad alto rendimento in euro e in dollari che riflettono perfettamente il sentiment dell’azienda. Il più seguito dagli investitori italiani è sicuramente il bond Wind Acquisition Finance S.A. 11,75% 2017 da 1,25 miliardi di euro (XS0438150160) e da 2,0 miliardi di dollari (USL97437AC80) emessi nel 2009 che sono trattati leggermente sotto la pari e offrono un rendimento a scadenza del 13% circa. Gettonato dai fondi di investimento e dagli istituzionali in genere è invece il bond Wind Acquisition Finance S.A.