Waste Italia non paga le cedole sui bond. Con un comunicato diramato ieri in tarda serata, il gruppo attivo nel settore delle energie rinnovabili e dell’ambiente (ex Kinexia) ha ufficializzato quanto già si sapeva da rumors di mercato, ovvero la sospensione del pagamento del coupon semestrale sulle obbligazioni high yield Waste Italia 10,50% 2019 (codice ISIN XS1139056037) da 130 milioni di euro. Per regolamento, la società ha adesso 30 giorni di tempo per adempiere al pagamento, il così detto periodo di grazia, tuttavia è gli obbligazionisti non credono che Waste Italia sarà in grado di adempiere ai suoi obblighi e si andrà verso il default.
Il gruppo Waste Italia – osserva MF – è impegnato da tempo a portare a termine la fusione con Biancamano, annunciata già nel luglio del 2014, che avrebbe dovuto concludersi nella primavera dello scorso anno, se fosse andata in porto la ristrutturazione del debito di Biancamano con le banche nei tempi previsti. Il progetto è stato quindi rinviato al maggio di quest’anno. Intanto il gruppo Waste ha effettuato lo scorso ottobre una riorganizzazione societaria per focalizzarsi nel settore ambientale semplificando la propria struttura. Nel comunicato relativo ai risultati preliminari consolidati 2015, Wsate Italia scriveva già di essere in “presenza di rilevanti incertezze che possono far sorgere dubbi significativi sulla capacità della società di continuare ad operare sulla base del presupposto della continuità aziendale”. Cosa succederà adesso? Le obbligazioni valgono meno della metà del loro valore nominale e sono in mano soprattutto a investitori istituzionali e probabilmente si andrà verso una ristrutturazione del debito al fine di evitare il fallimento del gruppo. Come già evidenziato lo scorso mese di febbraio, Waste Italia aveva incaricato come advisor finanziario
Leonardo&Co-Houlihan Lokey per valutare la rinegoziazione delle condizioni del prestito obbligazionario. I creditori, secondo indiscrezioni, avrebbero già raggiunto un accordo preliminare per ristrutturare i bond in cambio anche di una quota di azioni della società.
Il tutto è ancora avvolto dal più stretto riserbo, ma pare che un compromesso fra obbligazionisti e con Waste Italia sia possibile.