Ricorrere ai paradisi fiscali quando il livello di tassazione sul risparmio è alle stelle in Italia è una pratica condivisa un po’ da tutti. Anche dalle grosse banche che solitamente per le loro emissioni obbligazionarie si rivolgono alla piazza lussemburghese dove le tasse sono notoriamente molto più basse che nel resto d’Europa. Fuori dai confini europei, però, le offerte sono ancora più vantaggiose, solo che il debito deve essere emesso rigorosamente in altre valute. Così UniCredit è sbarcata la scorsa settimana a Singapore, la Svizzera asiatica, lanciando un bond da 300 milioni di dollari in valuta locale (SGD) raccogliendo circa 190 milioni di euro.
Bond Unicredit Lower Tier 2: le caratteristiche
L’asta per il collocamento del titolo subordinato Lower Tier 2 di durata decennale è stata curata dalle banche internazionali Nomura, Standard Chartered e Ubs che hanno piazzato la raccolta presso investitori istituzionali. L’operazione ha visto un’ampia partecipazione di investitori istituzionali e reti di private wealth management asiatici, raccogliendo ordini per circa 500 mln Sgd. Il prestito, che fa parte del Programma di Euro Medium Term Notes dell’emittente, in ragione dello status subordinato, ha i seguenti rating attesi: Baa3 (Moody’s), BBB (S&P), BBB+ (Fitch). Il bond sarà computato nel patrimonio supplementare di UniCredit, contribuendo al Total Capital Ratio. La quotazione avverrà presso la Borsa di Lussemburgo. L’offerta è stata interamente sottoscritta nel giro di poche ore, grazie soprattutto al blasone di cui gode Unicredit a livello internazionale, e le obbligazioni – precisa una nota – offrono una cedola annuale del 5,5% con un prezzo di emissione pari a 100, equivalente a uno spread di 447 punti base sopra il tasso swap quotato in tale valuta. La scadenza è al 23 Luglio 2023, ma con un’opzione di rimborso anticipato dopo 5 anni e mezzo, come spesso è previsto per questo genere di titoli subordinati. Singapore è considerata come la Svizzera asiatica, e oltre ad essere un mercato importante e liquido, rientra nella “white list” del Tesoro italiano per cui, emittenti e investitori sono sottoposti alle medesime regole che valgono per l’Italia con relativo scambio di informazioni.
Obbligazioni Unicredit in dollari SGD, il cambio è favorevole all’emittente
Dal punto di vista dell’investitore, è bene ricordare che non sempre le emissioni in valute diverse dall’euro sono convenienti. Anche se il bond Unicredit 5.5% 2023 può sembrare appetibile – osserva Pamela Sherwood di Wartburg Pincus – il dollaro di Singapore potrebbe aver toccato i minimi tra la fine del 2012 e gli inizi del 2013 (vedi grafico) essendo considerato come valuta rifugio dei paesi asiatici. Dall’inizio della crisi dei mutui subprime, la valuta locale della città stato si è apprezzata del 24% circa (da 2,10 a 1,60) e ora che stanno arrivando timidi segnali di ripresa economica anche nell’area del Sud Est asiatico, potrebbe iniziare un’inversione di tendenza. Pertanto – precisa Sherwood – occorre prestare molta attenzione al timing dell’investimento che dato che i guadagni che in prospettiva si possono realizzare in fatto d’interesse potrebbero essere vanificati da perdite sul cambio. E se Unicredit ha scelto questo momento per piazzare le sue obbligazioni, evidentemente ha calcolato il timing ideale per farlo a proprio vantaggio. Questo non significa che l’obbligazione non sia da prendere in considerazione, anzi si tratta di un ottimo strumento finanziario per diversificare su aree geografiche diverse dall’Europa, in una valuta poco soggetta all’alta volatilità della speculazione sui mercati internazionali. E la diversificazione, insieme alla prudenza, è una delle regole fondamentali dell’investitore.