UC Axiom Global CoCo Bonds UCITS ETF ha deciso di tagliare le commissioni di 26 punti base, portandole allo 0,39%. Il fondo di Unicredit e Axiom, nato solamente nel febbraio dello scorso anno e quotato alla Borsa di Francoforte consente all’investitore di puntare i capitali sulle obbligazioni bancarie subordinate del tipo Additional Tier 1 (AT1) e Restricted Tier 1 (RT 1). Dalla sua quotazione, ha messo assieme assets per un controvalore di 65 milioni di euro.
Banche, ora fanno paura i CoCo Bond. Qual è la situazione in Italia?
I cosiddetti CoCo Bond, sigla che sta per “Contingent Convertible Bond”, sono titoli “ibridi” emessi dalle banche e che sono nati dopo la crisi finanziaria del 2008, grazie al permesso accordato agli istituti dalle authority per il lancio di strumenti con caratteristiche a metà tra debito e capitale ai fini regolamentari.
Di fatto, sono obbligazioni molto rischiose, tant’è che vengono generalmente riservate ai soli investitori istituzionali. Il suddetto fondo consente al singolo investitore di entrare su un mercato da 141 miliardi, senza esporsi nei confronti di una banca o di un titolo specifici. E questo aspetto, più che le basse commissioni in sé, appare interessante, essendo il mercato degli AT1 e dei RT1 potenzialmente molto remunerativo, date le elevate cedole staccate, ma anche molto poco liquido, essendo i titoli scarsamente negoziati sul secondario.
Potenzialità anche per il prossimo futuro
In qualità di ETF, parliamo di un fondo dalla gestione passiva, che si limita a replicare la performance degli assets sottostanti. Da qui, il basso costo tipico delle relative commissioni.
Pur restando, quindi, sotto i massimi dell’anno e dalla nascita, il fondo ETF ha quasi azzerato le perdite e potenzialmente riuscirebbe a guadagnare parecchio anche nei prossimi mesi, man mano che il rischio percepito sui mercati finanziari si ridurrà. Di fatto, le obbligazioni subordinate sono considerate un azzardo nelle fasi negative per l’economia, dati i contraccolpi che queste tendono ad avere sui margini delle banche, mentre nelle fasi di ripresa fanno gola e vengono inserite nei portafogli per elevarne la redditività. E il rialzo dei rendimenti sovrani “core” nelle ultime sedute, americani compresi, segnala proprio l’allentamento delle tensioni.