Anche il piccolo stato arcipelago delle isole Fiji si affaccia sul mercato obbligazionario. Con l’ausilio di Australian and News Zeland Banking, la piccola ex colonia britannica, che conta meno di un milione di abitanti, ha raccolto presso investitori internazionali 200 milioni di dollari (USD) con l’emissione di obbligazioni governative con scadenza quinquennale. Non è la prima volta che le isole Fiji si finanziano sul mercato dei capitali, però questa volta l’emissione ha suscitato interesse poiché è stata collocata a livello internazionale e listata alla borsa di Singapore.
L’obbligazione il cui rating non può lasciare tanto tranquilli (B+ per Standard & Poor’s e B1 per Moody’s) è negoziabile per tagli minimi di 200.000 dollari e offre un coupon a tasso fisso del 6,625% (
XS1280754968), ideale quindi per chi dispone di grandi somme da investire e per i fondi specializzati. Il rendimento offerto ai sottoscrittori, stante il prezzo di collocamento a 98,957 è del 7% fino al 2020.
Fiji, una piccola economia in costante crescita L’economia delle
Fiji si basa essenzialmente sull’agricoltura, in particolare sulla coltivazione della canna da zucchero, principale prodotto d’esportazione. Si coltivano, inoltre, la palma da cocco, banane, riso, patate dolci, manioca, taro, yam e mais. La produzione alimentare comprende anche modesti quantitativi di pollame, bovini, caprini e suini; la pesca ha invece conosciuto un incremento che permette di soddisfare la domanda interna e di alimentare un modesto flusso di esportazione. Le foreste rappresentano una discreta ricchezza, fornendo un quantitativo di legname sufficiente alle necessità interne; dal sottosuolo si estraggono infine discreti quantitativi di oro, argento, rame e manganese. L’industria riguarda soprattutto la trasformazione dei prodotti agricoli locali e annovera zuccherifici, oleifici, manifatture di tabacchi, birrifici, fabbriche di bevande non alcoliche, saponifici ecc. Il governo si è prefisso, oltre che di incrementare l’agricoltura, di sviluppare l’industria, in particolare quella dell’abbigliamento, attraverso alcune agevolazioni fiscali.
Il processo di industrializzazione è inoltre stato favorito dalla disponibilità di energia idroelettrica, che ha permesso di ridurre le importazioni di idrocarburi. Ha una notevole importanza il commercio, alimentato dal passaggio in porto franco di prodotti dell’industria giapponese. Una funzione importante nell’economia nazionale ha, infine, il
turismo che rappresenta la seconda fonte di entrata valutaria.
Il Pil delle isole Fiji sfiora i 4 miliardi di Usd Nel 2014 il
Pil delle Figi ha sfiorato i 4 miliardi di dollari, mentre il PIL
pro capite è stato di 4.4000 Usd evidenziando una crescita costante dell’economia da quanto Fiji ha ottenuto formalmente l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1970. La bilancia commerciale è però passiva: le esportazioni, coprono circa il 60% delle importazioni in cui, accanto ai generi alimentari e ai combustibili, prevalgono macchinari e prodotti industriali. L’interscambio si svolge principalmente con Australia, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Giappone, Singapore e Stati Uniti.