Acque cristalline, atolli, pesce a buon mercato e vacanze tropicali. Questo sono essenzialmente le Isole Maldive per gran parte della popolazione mondiale. Un arcipelago sito nell’Oceano Indiano, a sud-ovest di India e Sri Lanka, che presto potrebbe passare alla storia per essere stato il primo emittente a fallire su un “sukuk”. Le Maldive rischiano il default su un bond compatibile con la legge islamica, che vieta di prestare denaro in cambio di interessi. Tra meno di un mese, per l’esattezza l’8 ottobre, arriva a scadenza il pagamento di una cedola semestrale da quasi 30 milioni di dollari.

Un importo all’apparenza risibile, eppure il governo non disporrebbe di sufficiente liquidità in cassa per onorare i creditori.

Cosa sono i sukuk

I sukuk sono particolari titoli del debito. Essi non riconoscono ufficialmente un tasso di interesse, ma una compartecipazione agli utili delle attività realizzate grazie al prestito. Una pura formalità per consentire a governi e aziende nel mondo islamico di prendere a prestito denaro senza infrangere la Sharia. Il bond delle Maldive di cui sopra da 600 milioni di dollari arriverà a scadenza in data 8 aprile 2026 e offre una cedola lorda annuale del 9,875% (ISIN: USG5852MAA02). A metà giugno superava sul mercato secondario i 90 centesimi, mentre adesso si acquista per circa 68 centesimi. Il collasso ha fatto impennare il rendimento lordo annuale sopra il 42%.

Turismo non basta all’arcipelago

Ci troviamo dinnanzi a numeri da default. Ma cos’è successo di preciso? L’economia domestica è trainata essenzialmente dal turismo, una voce che incide per il 28% del Pil e il 60% delle riserve valutarie. Due milioni di visitatori quest’anno trascorreranno le loro vacanze qui, a fronte di una popolazione di neppure 530 mila abitanti. Le riserve erano scese a giugno ad appena 395,4 milioni di dollari, anche se la parte realmente disponibile risulta ben inferiore.

Ammontavano a circa 979 milioni nel settembre del 2021. La bilancia commerciale è cronicamente negativa e in peggioramento negli ultimi anni, anche a causa del Covid.

A parte il bond le Maldive devono restituire complessivamente 3,4 miliardi ai creditori stranieri, tra cui il governo di India e Cina. E qui arriva una cattiva notizia. Il presidente Mohamed Muizzu, al potere da meno di un anno, ha pessimi rapporti con Nuova Delhi. Ha vinto le elezioni promettendo una maggiore autonomia da essa. C’è il rischio che, indipendentemente dall’accordo di maggio, gli indiani siano puntigliosi riguardo ai termini sui 150 milioni ancora da riscuotere. D’altra parte, i timori del mercato appaiono attenuati dal fatto che la Cina, sponsor di Muizzu, ne approfitterebbe forse per espandere la sua influenza geopolitica nell’area. E gli stati del Golfo Persico non vogliono ritrovarsi un vicino instabile.

Bond Maldive, crac sarebbe ultimo di lunga serie

Il possibile crac del bond sukuk delle Maldive sarebbe solo l’ultimo di una lunga serie, che sta vedendo svariate economie emergenti in grosso affanno negli ultimi tempi. Come non ricordare il default dello Sri Lanka di due anni e mezzo fa, con il governo di Colombo ancora in fase di negoziazione con i creditori esteri? Le agenzie di rating non hanno dubbi: giudizio CCC+ per Fitch e Caa1 per Moody’s. Insomma, fosse per loro la dichiarazione ufficiale di default per l’arcipelago sarebbe questione di tempo. Forse, settimane.

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