I dati macroeconomici sono stati globalmente solidi a luglio, mostrando negli Stati Uniti una forte accelerazione della crescita economica grande alla ripresa della spesa sia da parte dei consumatori che delle imprese. Il dato si è attestato infatti al 2,6% su base annualizzata nel secondo trimestre, rispetto all’1,4% registrato nel primo trimestre.

 

Anche nell’ Eurozona la crescita è aumentata nel secondo trimestre, segnando un +0,6% rispetto allo 0,5% del trimestre precedente, cui si aggiunge anche un calo della disoccupazione ai livelli più bassi da febbraio 2009, sebbene a giugno si attestasse ancora al 9,1%.

La misurazione mensile della fiducia economica della Commissione Europea ha registrato un nuovo massimo a luglio dallo scorso 2007, mente l’inflazione dei prezzi al consumo è calata, a giugno, all’1,3% a fronte dell’1,4% registrato a maggio, alleviando parzialmente la pressione dalla Banca centrale europea affinché avvii il programma di riduzione degli stimoli monetari. Anche i dati economici in arrivo dal Giappone e dalla Cina hanno battute le aspettative, con la Cina che ha comunicato una crescita del 6,9% nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

 

Le obbligazioni convertibili

 

Sul fronte valutario il dollaro è stato spinto al ribasso, in larga parte a causa dell’incertezza politica che alimentata dall’amministrazione Trump.  In questo contesto, le nuove emissioni nell’ambito delle obbligazioni convertibili si sono attestate a 3,4 miliardi di dollari. Queste includono un bond convertibile emesso da Crown Castle per 1,65 miliardi di dollari. Anche l’Asia è stata un mercato attivo in termini di nuove emissioni, con la società cinese di biotecnologie 3SBio e due obbligazioni convertibili scambiabili in azioni di Postal Savings Bank China emesse da Shanghai Industrials.

 

Outlook

 

Guardando ai prossimi mesi le nostre previsioni – dice Anja Eijking, gestore del fondo F&C Global Convertible Bond di BMO Global Asset Management – sono in larga parte invariate, e puntano al proseguo della crescita in tutte le regioni.

Per l’economia europea, ci attendiamo una crescita compresa tra l’1,5% e il 2%. Dopo anni di stagnazione degli utili delle società europee, le società dovrebbero cominciare a beneficiare dell’aumento dei ricavi. Tutto ciò, unito al processo di ristrutturazione avvenuto negli ultimi anni, dovrebbero verosimilmente tradursi in una maggiore capacità di generazione di utili in futuro. Per quanto riguarda le convertibili, l’aumento dei rendimenti in questo universo è principalmente guidato dall’apprezzamento del valore delle azioni sottostanti. Negli Stati Uniti, confermiamo le previsioni per una crescita tra i 2% e il 2,5%, mentre per il Giappone la crescita dovrebbe attestarsi intorno all’1%. In Cina ci attendiamo, invece, una crescita del 6,5%.

 

I rischi geopolitici

 

Tuttavia, i rischi geopolitici sono aumentati – puntualizza Eijking -. La limitata capacità di esecuzione dei piani politici di Trump e, in particolare, l’incertezza riguardo lo stimolo fiscale potrebbero ritardare gli investimenti. Altri rischi geopolitici di lungo periodo riguardano, ad esempio, le crescenti tensioni con la Corea del Nord. Inoltre, l’Euro si è fortemente apprezzato rispetto al dollaro in scia al risultato delle elezioni francesi e alla differenza dei dati economici europei rispetto a quelli USA, che potrebbero impattare negativamente l’economia europea e gli utili.