Alla fine del mese la Federal Reserve quasi certamente non annuncerà alcun taglio dei tassi di interesse. E’ quanto prevede il mercato, secondo cui se ne parlerebbe solamente a settembre. Nel frattempo, il Treasury a 10 anni ha visto risalire il rendimento fino a poco meno del 4,50%, ai massimi da fine maggio. L’impennata c’è stata dal primo dei due dibattiti televisivi tra i due candidati alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Il confronto tra il presidente uscente Joe Biden e il rivale, nonché predecessore Donald Trump, è andato in onda sulla Cnn lo scorso 27 giugno, esattamente una settimana fa.

Biden-Trump, cos’è accaduto dopo il match tv

A seguito di tale match, il rendimento del Treasury a 10 anni è lievitato di un massimo dello 0,20%. Dopodiché hanno ripiegato fino all’attuale 4,35%. Per gli analisti il trend è strettamente connesso all’esito del dibattito. E’ unanime che sia stato un disastro per l’immagine di Biden e che, quindi, abbia trionfato il tycoon. Le chance di quest’ultimo di tornare alla Casa Bianca sono aumentate ulteriormente. I sondaggi vedono ampliarsi il suo consenso su base nazionale con uno stacco del 6% sul democratico.

E perché il Treasury a 10 anni rende di più con un Trump dato al momento vittorioso? La politica del repubblicano punta alla conferma del taglio delle tasse e al sostegno all’economia americana per stimolarne la crescita. Inoltre, egli ha inasprito i toni nei confronti della Cina. Ha promesso di imporre dazi elevati sulle importazioni dei suoi prodotti. Insieme alla politica fiscale espansiva, questa scelta surriscalderebbe l’inflazione nel medio-lungo termine. Ed è naturale che i rendimenti dei bond lunghi ne risentano.

Treasury 10 anni termometro elettorale

C’è da dire che la stessa politica di Biden è andata in questi anni nella medesima direzione: più sussidi in deficit, sostegno al “reshoring” e dazi anti-dumping. Ad essere onesti, chiunque vinca le prossime elezioni non sembra proporre soluzioni drasticamente differenti rispetto al presente.

Tuttavia, il mercato guarda alla cosiddetta Trumpflation come se si trattasse di una reazione a una svolta economica più radicale. Resta da vedere se l’eventuale ritiro in corsa di Biden e la sostituzione con la vice Kamala Harris possano rimettere in discussione i risultati di novembre e con essi i rendimenti del Treasury a 10 anni. In un certo senso, sono diventati un termometro elettorale.

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