Il mercato è folle, si sa. Ma alla follia, si dice, che non c’è limite. La paura creata ad arte dal sistema economico internazionale con la complicità di banche centrali al servizio di banchieri e speculatori spregiudicati ha generato un moloch sui mercati finanziari che sembra inarrestabile nella sua crescita dimensionale. Il riferimento va ai prezzi dei titoli di stato europei e giapponesi che hanno raggiunto valori siderali con la logica conseguenza che i rendimenti sono diventati negativi per la maggior parte dello stock debitorio.
Un toccasana per gli stati maggiormente indebitati che possono rifinanziarsi a costi decisamente bassi riducendo al contempo la massa dei debiti contratti, ma un disastro per i risparmiatori che non sanno più come difendere i propri risparmi, finora protetti da fondi e polizze vita. Strumenti che nel lungo termine presenteranno a loro volta il conto a chi li sta sottoscrivendo. Si è creata, insomma, una convergenza rialzista sui prezzi dei titoli di stato europei e non europei che non trova alcuna giustificazione nei fondamentali economici globali e spinge gli investitori istituzionali ad acquistare nella convinzione di vendere a prezzi più alti. Una spirale che prima o poi si spezzerà con conseguenze che ancora oggi difficilmente si riesce a prevedere.
Il rendimento dei bond svizzeri 2064 è diventato negativo
I prezzi dei bond europei (e giapponesi) hanno raggiunto ormai prezzi che non potranno essere sostenuti nel lungo periodo dalle banche centrali, pena il collasso del sistema finanziario già in precario equilibrio. Prima o poi i bond che la Bce sta acquistando dovranno essere riversati sul mercato. Con quali effetti non è dato sapere. Già la Bce non sta più acquistando titoli di stato tedeschi e francesi a breve termine, i cui rendimenti sono più negativi dei tassi overnight (-0,40%) con l’effetto che gli investitori incrementano gli acquisti sul tratto lungo e lunghissimo della curva.
I Bund a 30 anni rendono infatti poco più di zero, così come quelli giapponesi. Ma il record spetta alla Svizzera, il cui costo di finanziamento dei titoli di stato con maturita’ nel 2064 sono scesi sotto lo zero al -0,04%, facendo diventare negativi i rendimenti di tutti i bond svizzeri. Una mossa che giunge a fronte di una corsa generalizzata ai beni rifugio in un momento in cui l’incertezza e la negatività di fondo sui mercati ha raggiunto i massimi di sempre.