Ora che il governo italiano ha rivisto al ribasso i suoi piani fiscali dal 2,4% al 2,04%, il rischio italiano è diminuito?
- I titoli dei giornali italiani sono ottimisti, ma rimaniamo scettici sui numeri reali alla base delle stime di bilancio e sulla longevità della tregua del governo italiano, sia internamente che con la Commissione Europea.
- La visibilità sulle intenzioni e le motivazioni dei due partiti di governo rimane bassa, per cui non è chiaro a quali compromessi siano scesi i capi di governo per garantire questo obiettivo di deficit quanto siano rimasti insoddisfatti nel farlo. Pensiamo che ciò rifletta da un lato la sorprendente marcia indietro del leader M5S Di Maio, e il calo del potere relativo del suo partito, e dall’altro lo stress del mercato italiano e la debolezza economica degli ultimi mesi.
Le dinamiche del potere politico potrebbero causare problemi alla coalizione nel 2019; la Lega potrebbe puntare a indire nuove elezioni per capitalizzare sul suo rafforzamento.
Qualsiasi sarà l’esito delle dinamiche di potere, la probabilità che l’obiettivo di deficit di bilancio sia raggiunto è bassa; ci sono pochi dettagli su come esattamente questo sarà raggiunto e probabilmente incorpora ancora stime di reddito eccessivamente ambiziose. Inoltre, le preoccupazioni della Commissione Europea non sono tanto per il deficit di bilancio nominale, quanto piuttosto per le dinamiche del deficit strutturale e del rapporto debito/PIL, che continuano ad apparire instabili. Detto questo, la Commissione Europea sembra apprezzare i progressi compiuti dal governo italiano e di conseguenza le tensioni immediate si sono attenuate.