I mercati emergenti tornano ad emettere obbligazioni. L’indebolimento delle valute locali ha spinto i governi dei BRICS a fare provvista di dollari in previsione di un rallentamento economico ormai conclamato. Ad aprire le danze è stata la Russia, seguita da Indonesia, Sud Africa, con un’emissione abbastanza consistente di obbligazioni di media e lunga durata pari a 7 miliardi di dollari. L’offerta, curata da Barclays, Deutsche Bank, Gazprombank, Renaissance Capital, RBS and VTB Capital, è stata ampiamente sottoscritta da numerosi investitori istituzionali per un rendimento medio di poco inferiore a quello dell’Italia.
Nuovi titoli di stato russi, tutti i dettagli dei collocamenti
Mosca ha collocato in settimana 7 miliardi di dollari di bond governativi rispondendo a una richiesta da parte degli investitori decisamente superiore. Il Ministero dell’Economia ha raccolto 6 miliardi di dollari vendendo a investitori istituzionali titoli di stato suddivisi in diverse scadenze. I titoli, negoziabili per tagli minimi da 200.000 dollari sono stati prezzati tutti alla pari e corrispondono le cedole su base semestrale il 16 marzo e il 16 settembre di ogni anno.
Pil Russia, la crescita rallenta: per quest’anno “solo” + 1,8%
La crescita economica della Russia sta rallentando. Una delle economie più promettenti del continente europeo sta perdendo colpi a causa della crisi internazionale che ha fatto scendere la domanda di materie prime da cui dipende principalmente la crescita del Paese. La Russia ha quindi tagliato le previsioni di crescita per il 2013, passando dal 2,4% all’1,8%. [fumettoforumleft]A rivelarlo sono le agenzie di stampa russe citando fonti di governo. Se tali indiscrezioni saranno confermate, sarebbe la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008-9 che la Russia non riesce a centrare gli obiettivi. Tutto ciò potrebbe comportare in sostanza un deflusso di capitali internazionali che – secondo quanto riferito da Reuters – potrebbe raggiungere i 70-75 miliardi di dollari sono per il 2013. Un fenomeno che, a dire il vero, è già in atto da inizio anno ma ora potrebbe subire un’accelerazione, come ben raffigurato dal rapporto di cambio fra il rublo contro dollaro ed euro.