Comprare o vendere bond Petrobras? Se non fosse per tutto il putiferio che sta succedendo sui mercati internazionali a causa del crollo del prezzo del greggio (-30% in poco più di 4 mesi), Petrobras sarebbe da comprare sulla debolezza. Ma il quadro generale induce a prendere tempo in attesa che si chiariscano molte cose. Benché gli scandali di corruzione abbiano sempre legato le grandi compagnie petrolifere internazionali alla politica (e questo va messo in conto), il caso di Petrobras merita senz’altro approfondimento.
Da un lato, la recente ondata di arresti fra dirigenti e top manager Petrobras di questi giorni (20 in tutto, ma il numero potrebbe salire poiché le indagini sono ancora in corso) non deve sorprendere più di tanto. Dall’altro, deve, invece, far riflettere il ritardo della pubblicazione dei risultati trimestrali che potrebbe riservare spiacevoli sorprese che vanno ben al di là degli illeciti corruttivi e di riciclaggio per i quali è coinvolta la compagnia petrolifera brasiliana, già nel mirino degli investigatori e delle agenzie di rating prima delle elezioni presidenziali.
Obbligazioni Petrobras, s’impennano i rendimenti Moody’s aveva infatti già messo in guardia gli investitori tagliando di netto il rating di Petrobras a Baa2 con implicazioni negative per colpa dell’elevato debito della compagnia a fronte di un prevedibile calo delle entrate per via del crollo delle quotazioni del greggio. Non solo. Nel 2013 Petrobras aveva contratto altri
11 miliardi di dollari di debito attraverso l’emissione di obbligazioni a coronamento di un progetto industriale con scadenza 2017 e l’acquisizione di nuove aziende energetiche che ora appare insostenibile. Termometro indicatore dello stato di difficoltà dell’azienda è i
l bond Petrbras Global Finance 3,25% 2019 (XS0835886598 ) da 1,3 di dollari di euro che da 104 è sceso incredibilmente verso il prezzo di emissione a 99,40. Decisamente sotto la parità, invece, i bond in dollari a lunga scadenza: il nuovo decennale da 2,5 miliardi con scadenza marzo 2024 e cedola 6,25% offre uno yield del 6,50%, mentre il trentennale Petrobras International Finance 6,875% 2040 (US71645WAQ42 ) rende il 7,20%. Petrobras a rischio downgrade per S&P [fumettoforumright]Per gli analisti di Standard & Poor’s le obbligazioni Petrobras potrebbero scivolare in area “junk” entro fine anno, anche a causa del ritardo nella pubblicazione dei risultati trimestrali che, al di là degli episodi delittuosi che ne minano la credibilità, non costituiscono un segnale di correttezza e trasparenza per i mercati. Il rating è al momento BBB- ma il rallentamento della crescita dei ricavi a causa della aggressiva politica industriale avviata nel 2011-2012 dalla compagnia petrolifera brasiliana rischia di fallire se le quotazioni del petrolio Wti dovessero rimanere per lungo tempo sotto 80 dollari al barile. La credibilità fiscale di Petrobras – osservano gli analisti di S&P – non è comunque un fenomeno isolato. Coinvolte sono molte imprese brasiliane e tutta la federazione che, dopo la kermesse dei mondiali di calcio brasiliani, non ha mancato di evidenziare tutte le sue debolezze e mancanza di riforme a cui il Brasile avrebbe dovuto fare fronte grazie alla crescita economica degli ultimi anni. Utili in calo del 36% per Petrobras Petrobras, il colosso nazionale degli idrocarburi del Brasile è in crisi. O meglio, non è più la quinta azienda energetica leader a livello mondiale. Dal 2010, anno del suo massimo splendore dovuto alla scoperta di immensi giacimenti offshore, Petrobras ha iniziato a perdere colpi. Nell’ultimo triennio ha perduto il quaranta per cento del proprio valore in Borsa, passando dalla seconda alla quarta posizione nella classifica delle maggiori aziende petrolifere del continente americano. Gli utili sono calati del 36% rispetto al 2011, ai livelli di quasi 10 anni fa, ma il debito è continuato a salire sfiorando i 140 miliardi di dollari. Secondo molti analisti, il recente declino di Petrobras non sarebbe altro che il prezzo da pagare all’eccessiva interferenza dell’Esecutivo culminata con gli scandali di corruzione. I vertici della politica avrebbero imposto strategie inefficienti e insostenibili, trasformando l’impresa in uno strumento di politica industriale ed economica. Da un lato allo scopo di congelare e calmierare i prezzi alla pompa, contenere l’inflazione, e così venire incontro ai desiderata dei consumatori; e dall’altro lato per soddisfare le richieste dei governatori dei vari Stati, attraverso la demagogica realizzazione d’impianti inutili.