L’agenzia di rating Standard & Poor’s migliora l’outlook della Russia. Secondo gli analisti, il Pil del Paese è visto in aumento del 1,6% per i prossimi tre anni, nonostante le sanzioni imposte dall’Europa a Mosca per la questione ucraina. “I rischi esogeni per la Russia – si apprende da una nota – si sono ridotti in maniera significativa in un contesto in cui l’economia del Paese fa i conti con il doppio shock legato ai bassi prezzi del petrolio e alle sanzioni imposte da Unione europea e Stati Uniti”.
Bond Russia in rubli rendono più del 8%
Allo stesso tempo, la Banca centrale di Russia ha annunciato di voler far ripartire le vendite di bond denominati in rubli (Obr), dopo aver riaperto i collocamenti di quelli internazionali, per assorbire l’eccessiva liquidita’ del mercato. Si tratterebbe di emissioni di titoli a 3, 6 e 12 mesi, con cedola trimestrale a un tasso uguale a quello di riferimento della stessa Banca centrale. Le decisioni su particolari aste di Obr saranno sempre a condizioni di mercato, specifica l’Istituto, che ha anche tagliato il tasso di riferimento al 10% dal 10,5%. Per quanto riguarda i rendimenti, il decennale russo denominato in rubli è tornato al 8% con il bond Russia scadenza febbraio 2027 e cedola 8,15% (codice ISIN RU000A0JS3W6 ) tornato sopra la pari dopo tre anni. Sul tratto breve della curva, invece, i rendimenti restano leggermente più alti con i bond scadenza febbraio 2019 e cedola 7,50% (codice ISIN RU000A0JS4M5) che offrono uno yield del 8,51%.
Nabiullina: ancora presto per tagliare i tassi d’interesse
C’e’ uno spazio limitato per nuovi tagli del tasso di interesse di riferimento in Russia. Lo ha affermato il governatore della Banca centrale del Paese, Elvira Nabiullina, sottolineando che il tasso di interesse di riferimento dovrebbe superare l’inflazione di almeno il 3%. Inoltre, per Nabiullina il tasso di interesse reale, ovvero la differenza tra il livelli di inflazione e il tasso di riferimento della Banca centrale, dovrebbe restare tra il 2,5% e il 3% nel lungo periodo. Al momento, invece, questo tasso deve restare superiore, mentre i rischi inflazionistici e le aspettative sull’inflazione sono ancora solidi. La scorsa settimana Banca centrale russa ha tagliato il tasso di riferimento dal 10,5% al 10%, mantenendo pero’ il costo del denaro superiore all’inflazione annuale, che e’ scesa al 6,6% dal 17%. Secondo quanto riferito da Nabiullina, il taglio del tasso dovrebbe servire a sostenere l’attivita’ di finanziamento nell’economia. Per Nabiullina, pero’, le condizioni monetarie rimarranno complesse, visto che le aspettative sull’inflazione sono ancora elevate. Nel frattempo, le aspettative riguardo alla rapidita’ di un possibile taglio dei tassi sono state eccessive, ha spiegato Nabiullina.
Presso del petrolio basso ancora per molto tempo
La Banca centrale di Russia si sta preparando a tre anni di prezzi bassi del petrolio, che e’ l’elemento chiave del comparto delle esportazioni del Paese. Il costo del greggio e’ infatti atteso a 40 dollari al barile, secondo l’Autorita’ russa di politica monetaria. Nabiullina ha riferito che, a fronte di un lento accomodamento monetario e di prezzi bassi delle commodity, la crescita dell’economia russa dovrebbe essere inferiore all’1% nel 2017 e pari all’1,5%-2% nel 2018 e nel 2019.