Peugeot-Citroën (PSA) scalda i motori con un aumento di capitale da 3 miliardi di euro. E i bond mettono le ali. La tanto attesa e controversa iniezione di liquidità allo studio da un anno ha, però, messo in apprensione analisti e investitori, dato che il supporto finanziario è stato garantito anche dai cinesi della Dongfeng Corporation ai quali si è affiancato lo stato francese con una quota paritaria riservata del 14% (1,5 miliardi di euro in tutto). Un primo segnale che vede il gruppo automobilistico francese scivolare verso l’estremo oriente, dopo l’uscita di GM dal capitale lo scorso anno.
Rendimenti in calo per i bond Peugeot-Citroën
A Parigi le azioni PSA sono crollate del 7%, ma le obbligazioni hanno consolidato i rialzi intrapresi nei giorni scorsi, al punto che i rendimenti si sono ridotti notevolmente. Il bond Peugeot S.A. 6,50% 2019 (Isin FR0011567940) emesso a settembre dello scorso anno, sotto la pari, per 600 milioni di euro, viene scambiato a 109,65 per un rendimento lordo a scadenza inferiore al 4,30%. Più stretti ancora i rendimenti dei titoli più corti, con il Peugeot S.A. 6,875% 2016 (Isin FR0011124544) che va a rimborso fra 26 mesi e che al prezzo di 109,30 rende il 2,50%, quasi come un titolo di stato italiano di apri durata. Decisamente più conveniente puntare sulla lunga scadenza, con il bond trentennale da 600 milioni di euro emesso dalla finanziaria del gruppo automobilistico, il Gie PSA Tesorerie 6% 2033 (Isin FR0010014845) che stacca una cedola annuale il 19 settembre di ogni anno e vale in questo momento 102 (grafico a lato), per un rendimento lordo del 5,91%.
Peugeot-Citroën, la valutazione degli analisti
“Tra i costruttori europei di grandi volumi – afferma Eric Tanguy, analista di S&P – Peugeot è il più colpito dall’attuale depressione del mercato in Europa a causa di alcuni elementi che consideriamo debolezze importanti come il mix geografico, che resta concentrato per la maggior parte sull’Europa meridionale, una base di costi relativamente elevata e un sensibile eccesso di capacità, una gamma di prodotti media con alcuni brand che si sovrappongono, il focus su macchine piccole, un segmento sul quale vi sono forti pressioni sui prezzi, e un’apparente incapacità, per ora, di generare una redditività sostanziale al di fuori dall’Europa”. Il prossimo aumento di capitale metterà al sicuro i conti del gruppo francese garantendo la liquidità necessaria a supportare il debito – commentano da Deutsche Bank – ma è chiaro che il problema di Peugeot-Citren è a livello industriale. Alla luce di una concorrenza che continua a essere elevata Peugeot non riuscirà a generare un free cash flow operativo in pareggio prima di fine 2014. L’aumento di capitale, inoltre, porrà problemi di governance: il futuro presidente (sembra scontato che i Peugeot, per la prima volta nella storia, perderanno la guida della società) dovrà infatti mediare fra i tre grandi soci con la Cina che vorrà avere voce in capitolo per dare una svolta significativa ai conti di Peugeot-Citroën, da troppo tempo in sofferenza. Al netto dell’azzeramento delle forniture di vetture in kit all’Iran, sono diminuite l’anno scorso dello 0,1%, a 2,82 milioni.