Nei primi quattro mesi dell’anno, le società americane hanno emesso obbligazioni convertibili per un valore di 25 miliardi di dollari. Di questo passo, nell’intero 2020 raggiungeranno i 75 miliardi, il valore più alto dal 2008, quando arrivarono a 86 miliardi. Da allora, non hanno superato i 56 miliardi. Questa pioggia di emissioni sembrerebbe anomala, visto che i titoli azionari sono precipitati tra febbraio e marzo in tutto il mondo, perdendo oltre un terzo a Wall Street, rispetto ai massimi storici toccati proprio a febbraio.
Obbligazioni convertibili protezione sui mercati finanziari nel 2020?
Tra le ultime ad emettere obbligazioni convertibili troviamo Southwest Airlines, che a fine aprile ha collocato sul mercato un bond da 1,75 miliardi di dollari con cedola 1,25% e prevedendo un prezzo di conversione in azioni a 38,48 dollari per azione, pari a un premio del 35% rispetto al prezzo del titolo in fase di emissione. Sempre in aprile, ma agli inizi del mese, Carnival Corporation aveva emesso 1,75 miliardi di titoli convertibili nel 2023 con cedola del 5,75% e un prezzo di conversione di 10 dollari, pari a un premio del 25% rispetto agli 8 euro a cui quotavano le sue azioni allora. Nel frattempo, quelle stesse azioni sono salite sopra i 13 dollari, cioè del 30% oltre il prezzo di conversione.
Non è casuale che abbiamo citato proprio due società, che per tipologia di attività risultano tra le più colpite dalla pandemia e in forte affanno sul piano della liquidità. Eppure, hanno emesso con successo bond convertibili, che in questa fase appaiono quanto mai una scommessa vincente per entrambi i lati del mercato.
Come funziona la conversione
Se le azioni dell’emittente non dovessero raggiungere il prezzo di conversione stabilito o, addirittura, ripiegassero alla data convenuta per esercitare la conversione, l’obbligazionista non perderebbe nulla, se non il mancato guadagno di una cedola che sarebbe stata più corposa per un bond ordinario. Più alto il premio rispetto al valore attuale delle azioni, maggiore il rischio, perché il titolo deve salire di più per rendere conveniente la conversione dell’obbligazionista. Di fatto, ci aspetteremmo che in questa fase il mercato reclami premi molto bassi e cedole relativamente alte, mentre sta avvenendo che le emissioni esitino anche cedole sotto il 2%, come nel caso di Southwest, e che il premio di conversione superi il 25-30%, suggerendo una forte domanda degli investitori.
Poniamo che alla scadenza del bond, le azioni Carnival si attestassero a 15 dollari, mentre con la conversione l’obbligazionista potrebbe acquistarle per 10 dollari. L’esercizio dell’opzione sarebbe conveniente, perché rivendendo il titolo un attimo dopo in borsa, si otterrebbe una plusvalenza di 5 dollari (50%). E questo guadagno si andrebbe a sommare a quello sino ad allora maturato in termini di flussi cedolari. Poiché le borse sono precipitate fino a fine marzo, recuperando solo parzialmente le perdite, le azioni sono diventate più economiche di qualche mese fa, per cui scommettere su una loro risalita si mostra oggi meno rischioso, pur scontando gli effetti a medio termine della crisi.
Obbligazioni convertibili risposta alla fame di rendimento del mercato?