Le Isole Filippine sono tornate a rifinanziarsi sui mercati internazionali per la prima volta in questo 2022. E lo hanno fatto in settimana con un’emissione suddivisa in tre tranche per complessivi 2,25 miliardi di dollari. Le scadenze offerte agli investitori sono state a 5, 10,5 e 25 anni. Quest’ultima è stata la più gettonata tra gli ordini arrivati al Tesoro di Manila, incidendo non casualmente per ben 1 miliardo di dollari. Si tratta di obbligazioni sostenibili o ESG. I proventi raccolti tramite di essa saranno destinati a finanziare la transizione ecologica nazionale, con l’obiettivo di contribuire all’abbattimento delle emissioni di CO2 del 75% entro il 2030.
La tranche a 5 anni è stata emessa per un importo di 500 milioni di dollari a 90 punti base o 0,90% in più sul Treasury di pari durata. Prima del collocamento, il rendimento iniziale ipotizzato era stato di +125 sull’omologo bond americano. La cedola è stata fissata al 3,229%. Quanto alla tranche a 10 anni e mezzo, l’offerta è stata di 750 milioni. Il rendimento esitato è stato di 125 punti base sopra il Treasury, anche in questo caso meno dei +165 ipotizzati all’avvio dell’operazione. La cedola è stata fissata al 3,556%.
Obbligazioni sostenibili a tassi contenuto
Infine, come dicevamo sono sbarcate sul mercato le obbligazioni sostenibili filippine. Scadenza lunghissima e rendimento offerto del 4,2%, nettamente inferiore al 4,7% inizialmente ipotizzato. L’accoglienza positiva ha consentito al governo filippino di rifinanziarsi a costi inferiori alle previsioni. Il debito sovrano del paese asiatico è giudicato “investment grade” da tutte le principali agenzie di rating: BBB+ per S&P, BBB per Fitch, Baa2 per Moody’s.
Il successo dell’emissione assume un significato particolare, se si considera che i rendimenti stiano risalendo drasticamente negli USA con il governatore della Federal Reserve, Jerome Powell, a prospettare un rialzo dei tassi dello 0,5% al board di inizio maggio.