La compagnia petrolifera ENI torna sul mercato retail dopo undici anni con l’emissione di nuove obbligazioni sostenibili. Il bond sarà destinato al pubblico dei piccoli risparmiatori e successivamente quotato sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana. L’offerta partirà il 16 gennaio e le sottoscrizioni saranno possibili online fino al 20 gennaio, fuori sede fino al 27 gennaio e direttamente in filiale fino al 3 febbraio, salvo chiusura anticipata. Gli interessati potranno sottoscrivere un lotto minimo di 2.000 euro, cioè di due obbligazioni, incrementabile di almeno 1.000 euro.
La cedola fissa annuale lorda sarà comunicata dall’emittente entro cinque giorni lavorativi dalla conclusione dell’offerta, ma in ogni caso non potrà risultare inferiore al 4,30%. Proprio sulla cedola si ha la specificità di queste obbligazioni ENI. Per i primi quattro anni, resterà pari al tasso fissato dalla compagnia. Per il quinto e ultimo anno, la sua entità sarà determinata dal raggiungimento o meno di due obiettivi di sostenibilità ambientale. Essi consistono nella riduzione delle emissioni inquinanti di gas serra (Scope 1 e 2) legate al business Upstream; capacità installata per la generazione di energia da fonti rinnovabili per un valore superiore ai 5 GW entro il 31 dicembre 2025.
Obbligazioni ENI, ultima cedola legata a target sostenibili
Se entrambi gli obiettivi saranno raggiunti, la cedola resterà invariata. Se anche solo uno dei due obiettivi sarà mancato, la cedola sarà incrementata dello 0,50%. Le banche che si occuperanno del collocamento sono Unicredit e Intesa Sanpaolo, a capo del consorzio di garanzia di cui fanno parte Banca Akros, BPM, BNP Paribas, BPER e Credit Agricole. Il valore massimo garantito sarà di 1 miliardo di euro. Le obbligazioni ENI saranno emesse per un importo minimo di 1 miliardo e fino a un valore massimo di 2 miliardi nel caso in cui la domanda risulterà in eccesso sull’offerta.
L’investitore che acquista le obbligazioni ENI si espone, com’è ovvio, a un rischio di credito. Sul piano teorico, però, esso risulta molto basso. La compagnia energetica gode, infatti, di giudizi medio-alti assegnati dalle principali agenzie di rating internazionali al suo debito: A- per S&P e Fitch, Baa1 per Moody’s. Non è secondario aggiungere che lo stato italiano controlli la società con una partecipazione del 30,5%. Ciò spiega l’elevato grado di sicurezza offerto dai bond e la ragione per cui il tasso d’interesse minimo annunciato risulti essere appetibile. Attualmente, il BTp a 5 anni offre un rendimento inferiore al 3,50%. Di fatto, le obbligazioni sostenibili di ENI garantiranno uno spread di almeno 80 punti base o 0,80% per la medesima scadenza.