Saipem ha lanciato il suo terzo bond senior a favore di investitori istituzionali. La società di trivellazioni del gruppo Eni ha infatti collocato con successo un’emissione obbligazionaria a tasso fisso a 8 anni, per un valore nominale complessivo di 500 milioni di euro.
L’emissione è stata effettuata da Saipem Finance International nell’ambito del Programma EMTN (Euro Medium Term Note) di Saipem in essere. Gli ordini presentati dagli investitori internazionali hanno superato i 1.500 milioni di euro a conferma di quanto Saipem, nonostante le difficoltà incontrate a causa del crollo del prezzo del petrolio in questi ultimi anni, resti attraente fra gli investitori internazionali.
Obbligazioni Saipem 2,625% 2025
Nel dettaglio, il prestito obbligazionario Saipem Finance della durata di 5 anni ammonta a 500 milioni di euro, paga una cedola annua del 2,75% ed è stato assegnato al prezzo di re-offer di 100,00% con data di scadenza 5 aprile 2022 (codice ISIN XS1711584430). Il bond a tasso fisso e non convertibile staccherà una cedola annua di 2,625%, identica al rendimento, che quindi si è collocato nella parte bassa dell’ultima guidance, compresa tra 2,01% e 2,68%, dopo una prima indicazione in area 2,75%. Le obbligazioni, che saranno quotate sul segmento Euro MTF del Luxembourg Stock Exchange, sono state acquistate da investitori istituzionali prevalentemente in Francia, Germania, Italia e Regno Unito e sono negoziabili per importi minimi di 100.000 euro nominali. Il rating assegnato è Ba1 per Moody’s (stabile) e BB+ per Standard & Poor’s (negativo). Le prime indicazioni di prezzo in acquisto sul mercato Otc sono poco sotto la parità. Saipem ha già richiesto anche la quotazione sui mercati dometici EuroTLX e Mot , al pari dei precedenti bond già collocati.
Saipem: in 9 mesi perdita netta di 57 milioni (-1,925 miliardi nel 2016)
Nei primi nove mesi del 2017 Saipem ha conseguito ricavi pari a 6.873 milioni euro (7.885 milioni nello stesso periodo del 2016), di cui 2.283 milioni nel terzo trimestre. Lo si apprende da una nota, dove si legge che l’Ebitda adjusted e’ ammontato a 795 milioni euro (997 milioni), di cui 271 milioni nel trimestre, mentre l’Ebit adjusted e’ sceso da 479 milioni a 400 milioni, di cui 140 milioni nel trimestre.
L’ Ebit e’ ammontato a 257 milioni euro (-1,5 mld nei primi nove mesi del 2016), di cui 133 milioni nel terzo trimestre. Il risultato netto adjusted dei primi nove mesi del 2017 ammonta a 151 milioni euro, rispetto ai 200 milioni dei primi nove mesi del 2016. Il risultato netto, che rispetto a quello adjusted sconta alcune poste straordinarie, e’ negativo per 57 milioni euro (53 milioni nel trimestre), contro il rosso da 1.925 milioni dei primi nove mesi del 2016. In particolare, il risultato sconta la svalutazione di asset per 97 milioni euro, oneri derivanti dalla definizione di controversie tributarie per 79 milioni euro, oneri da riorganizzazione netti per 32 milioni euro. Nei primi nove mesi del 2016 il risultato netto reported, pari a -1.925 milioni, scontava rispetto al risultato adjusted i seguenti elementi: svalutazione di asset per 1.981 milioni, svalutazione crediti Onshore Drilling per 144 milioni.
Il debito netto al 30 settembre 2017 e’ pari a 1.355 milioni, contro i 1.450 milioni al 31 dicembre scorso. Nei primi nove mesi del 2017 sono stati acquisiti nuovi ordini per 4.717 milioni euro (6.627 milioni nello stesso periodo del 2016); il portafoglio ordini residuo ammonta a 12.063 milioni euro (14.219 milioni).