Brusca caduta dei prezzi delle obbligazioni Peugeot. L’annuncio dato la scorsa settimana dal board del numero uno delle automobili francese relativamente a un grosso piano industriale di ristrutturazione (Fiat ha paura del piano di ristrutturazione di Peugeot) ha scatenato le vendite degli investitori sui titoli obbligazionari quotati sul mercato domestico e internazionale. PSA Peugeot-Citroen ha infatti annunciato 8.000 licenziamenti (Peugeot alle strette, taglia 8 mila posti di lavoro entro il 2014) in Francia che vanno ad aggiungersi ad altri 5.000 predisposti lo scorso mese di Ottobre, oltre alla chiusura dello stabilimento di Aulnay entro il 2014.

Una notizia che ha messo in apprensione i gestori di fondi d’investimento che ora temono un taglio del rating sul debito a lungo termine del costruttore francese da parte delle agenzie internazionali (al momento BB+ per Standard & Poor’s e Ba1 per Moody’s) che già avevano già messo sotto osservazione la qualità del credito con implicazioni negative. Così, le massicce vendite che già avevano travolto il titolo azionario in borsa (-73% in un anno) si sono ora abbattute anche sulle obbligazioni, ritenute da sempre un porto sicuro per il settore automobilistico europeo, al punto che il titolo Peugeot SA 5% 2016 (vedi grafico sotto) ha perso quasi 10 figure e viene ora scambiato a 93,50 per un rendimento lordo a scadenza di quasi il 7%. Stessa sorte per la scadenza 2017 e 5,625% di cedola che da 101,50 è passato a 94,50 con scambi intensi sul secondario, così come per il bond 8,375% in scadenza fra due anni esatti precipitato da 107 a 103 che rende il 6,5%.

 

Le obbligazioni Peugeot-Citroen rendono il 7%. Occasione o rischio? 

In Francia la stampa specializzata difende il costruttore francese sostenendo che si tratta di una reazione emotiva del mercato in seguito all’annuncio dei licenziamenti e della chiusura di un importante stabilimento, ma che i portatori di obbligazioni non corrono rischi.

Gli analisti, come Kenneth Robertson di Barclay, invece, raccomandano di alleggerire le posizioni sul settore auto in Europa, dal momento che il lungo perdurare della crisi economica sta mettendo in seria difficoltà i costruttori che non hanno saputo cogliere per tempo le opportunità al di fuori dei confini continentali. Come Fiat, che, anche per via degli incentivi statali, si è mossa troppo tardi rispetto ai cambiamenti imposti dalla globalizzazione e diversamente da Volkswagen o BMW che, invece, hanno si sono mosse d’anticipo evitando l’erosione delle quote di mercato interne. Del resto le immatricolazioni di auto sono in caduta verticale in tutta Europa e non è solo colpa della crisi, fa notare l’UNREA in un recente report: i costi esorbitanti del carburante, il continuo aumento delle tasse sugli autoveicoli, i costi delle autostrade, dei parcheggi a cui si stanno aggiungendo nelle grandi città anche i pedaggi d’ingresso, non fanno altro che deprimere il mercato dell’auto con inevitabili conseguenze per le case produttrici e sull’occupazione.

 

Nuovo bond della finanziaria Banque PSA 4,875%  2015 sull’ExtraMot

 

Intanto da questa settimana è in negoziazione sul mercato ExtraMot un altro bond a tasso fisso emesso dal Banque PSA finance. Anche la finanziaria di Peugeot-Citroen ha risentito della caduta delle quotazioni della casa automobilistica di questi giorni, ma – come sostengono gli analisti – si tratta di una società diversa, più al riparo dalle turbolenze speculative legate al settore auto, anche perché si tratta pur sempre di una banca e gode di un merito creditizio superiore (BBB per Standard & Poor’s e Baa1 per Moody’s), anche se al momento i rendimenti offerti dal mercato l’emittente finanziario sono messi sotto pressione dalla speculazione e la scadenza Banque PSA 4,25% 2016, tanto per fare un paragone con il corrispondente titolo Peugeot-Citroen, rende il 6% lordo a scadenza.

Il nuovo bond (ISIN XS0798333802), che andrà a rifinanziare un’emissione che scade fra pochi mesi, è di 600 milioni di euro, avrà scadenza settembre 2015, gode di una cedola annuale del 4,875% ed è negoziabile con taglio minimo da 1.000 euro