Siete a caccia di rendimento, ma non volete uscire fuori dal mercato obbligazionario italiano? Addossandovi qualche rischio in più, troverete il bond subordinato di Mediobanca, in scadenza nel settembre 2025 (ISIN: IT0005127508). Esso offre una cedola del 2,25%, a cui bisogna sommare l’Euribor a 3 mesi vigente due giorni lavorativi precedente le date di pagamento, che si hanno quattro volte all’anno: 10 marzo, 10 giugno, 10 settembre e 10 dicembre. Ma l’aspetto più interessante consiste nel fatto che la cedola minima che può essere corrisposta all’obbligazionista sia del 3%.
Sarebbe come se tale tasso di mercato fosse oggi dello 0,75%, un livello che non vede dalla primavera del 2012. Per contro, l’obbligazione venerdì scorso si acquistava a 104,38 centesimi, per cui il rendimento lordo alla scadenza risultava del 2,05%, scendendo all’1,52% al netto dell’imposta del 26%. Tenuto conto che il rendimento lordo del BTp di pari durata si aggiri in area 0,45%, significa che il titolo di Mediobanca, inserito in portafoglio, ci renderebbe quattro volte tanto.
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Obbligazioni subordinate, rischi in più
Ma il paragone tra bond e BTp regge poco. Il primo è, infatti, subordinato del tipo Tier 2, cioè presenta rischi decisamente superiori. Nel caso di applicazione del “bail-in”, le passività della banca verrebbero colmate per non meno dell’8% azzerando, anzitutto, il capitale azionario. Se questo risultasse insufficiente allo scopo, si passerebbe a coinvolgere nelle perdite le obbligazioni subordinate del tipo Tier 1 e successivamente ancora quelle del tipo Tier 2. E ancora, sarebbe la volta delle obbligazioni senior e, infine, dei depositi dei clienti per le somme sopra i 100.000 euro.
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Questo spiega perché in una fase di rendimenti azzerati un po’ su tutti i mercati maturi, queste obbligazioni ci offrano ancora così tanto per una durata residua così bassa.