Buongiorno, desidererei conoscere la sua opinione circa la rischiosità di perdere il capitale per le seguenti obbligazioni: GE Company Tf 4,125% Ot42 call USD (ISIN: US369604bf92) e Ford Motor Tf 4,75% Ge43 USD (ISIN: US345370cq17). Nonostante il rating sia “BBB”, almeno così mi risulta, si comprano piuttosto bene.
Rispondiamo al lettore, rimandandovi per una disamina più completa su General Electric a un nostro articolo di alcuni mesi fa (clicca qui). La società elettrica americana ha subito un vero tracollo nell’ultimo quindicennio, se è vero che nel 2003 fosse prima a Wall Street con 300 miliardi di dollari di capitalizzazione, mentre oggi in borsa vale meno di 4 volte di allora.
L’obbligazione di cui sopra, quella “callable” con scadenza nell’ottobre 2042 e cedola 4,125%, ha beneficiato davvero poco di quest’operazione, così come le stesse azioni della società perdono circa il 20% dall’annuncio, segno che i mercati non si stiano fidando granché delle condizioni finanziarie. In effetti, il bond rende oggi il 4,48%, appena 40 centesimi in meno rispetto alla fine di febbraio, mantenendosi a metà strada tra i rendimenti dei titoli con rating “BBB” di cui fa parte e quelli “junk” americani, come a segnalare che gli investitori dubitino della permanenza delle obbligazioni GE nel comparto “investment grade”.
Obbligazioni Ford e l’alto debito
Andando a esaminare il bond di Ford Motor, notiamo come esso offra oggi ben il 5,62%, cioè persino oltre un punto percentuale in più rispetto a quello di GE, malgrado la scadenza sia quasi identica, di fatto collocandosi quasi in area “junk” per rendimento. A preoccupare sono gli elevati debiti societari, pari a oltre 100 miliardi di dollari solo quelli a lungo termine, a fronte di un Ebitda di soli 11,5 miliardi nell’intero 2018, cioè circa 9 volte più basso.
General Motors e Ford si preparano alla recessione economica
Oltre a quanto scritto, il rischio a cui tali obbligazioni espongono l’investitore è essenzialmente di cambio, essendo denominate in dollari. Nei prossimi anni, il tasso di cambio euro-dollaro dovrebbe apprezzarsi e il mercato sconta una sua risalita intorno al 22% entro il 2029, ragione per cui le cedole percepite varrebbero di meno, una volta convertite in euro. Tuttavia, essendo le scadenze assai lunghe, nel caso si volesse detenere questi titoli fino alle rispettive date del rimborso, non è detto che il cambio giochi per allora un tiro mancino.
Discorso parzialmente diverso per le obbligazioni GE, che in quanto “callable” potrebbero essere rimborsate in anticipo in qualsiasi data e a piacimento dell’emittente. Ciò comporta anche un rischio di reinvestimento, che si manifesterebbe nel caso in cui il bond fosse richiamato e non sapremmo più come reimpiegare i proventi allo stesso rendimento, se il costo del denaro sul mercato si fosse nel frattempo abbassato. Ed è verosimile che la “call” venga esercitata proprio se GE avesse modo di rifinanziarsi sui mercati a tassi inferiori. Paradossalmente, proprio l’allentamento monetario in corso negli USA, se da un lato alimenta la corsa dei due titoli (+21% quello di GE e +16% quello di Ford quest’anno), dall’altra accresce il rischio di reinvestimento per il bond “callable”.