Quando si parla di Filippine, si pensa a un paese ad alto rischio economico. Ma non è affatto così. Gli investitori internazionali sanno che le Filippine rappresentano oggi un punto d’approdo più sicuro dell’Italia. Basta analizzare il giudizio di Standard & Poor’s quando nel 2014 promosse il rating di Manila a BBB mentre tagliava quello dell’Italia BBB-. Le Filippine – si apprende dagli analisti – hanno ottenuto il più alto credit rating nella storia economica del Paese in riconoscimento delle riforme portate avanti dal governo che hanno consentito al Paese di avere la migliore perfomance dei Paesi del sud-est asiatico in termini di crescita economica.
Le Filippine hanno chiuso il 2014 con una valore reale di crescita del Pil al 6,1%, e con una previsione media del 6,2% all’anno per il periodo 2015-19, sostenuti anche dal crescente livello di urbanizzazione, dunque con un forte stimolo della domanda centrato particolarmente nei settori delle costruzionie dei servizi di trasporto. La crescita dei consumi e’ alimentata da un livello occupazionale in aumento costante, seppur ancora insufficiente, e dall’ enorme volume di rimesse dei lavoratori dall’estero che contribuisce a circa il 10% del Pil complessivo.
Obbligazioni Filippine rendono il 4% In virtù di questo promettente ciclo economico, il costo del denaro nelle Filippine si mantiene elevato. E proprio ieri, la Banca centrale delle Filippine ha mantenuto invariato per la decima volta consecutiva il tasso d’interesse sui prestiti overnight al 4% (l’ultimo incremento era stato nel settembre dello scorso anno). La Bsp ha dichiarato di attendersi un ritorno graduale dell’inflazione vero i target previsti per il biennio 2016-2017. I rendimenti dei titoli di stato in dollari (Usd) a dieci anni delle Filippine viaggiano intorno al 3,5%, ma a inizio 2015 erano sotto il 3%. Sulle scadenze più lunghe, fino al 2040, si possono spuntare rendimenti anche del 4%, mentre per i bond a un anno, lo yield si abbassa al 1,20%.
I tagli negoziabili dei titoli di stato filippini, quotati alla borsa del Lussemburgo, sono pari a 100.000 Usd e sono soggetti ad imposta sostitutiva agevolata del 12,50% al pari dei BTP, essendo le Filippine un paese
white list.
Filippine, spesa pubblica in aumento Sul fronte degli investimenti, la domanda proveniente dall’attivita’ di ricostruzione, seguita ai recenti disastri naturali, sembra debba sostenere la spesa pubblica, cosi’ come rimane robusta la domanda piu’ strettamente legata al forte sviluppo del settore del Business Process Outsourcing (BPO). Tuttavia, gli investimenti pubblici nelle Filippine continuano ad essere notoriamente insufficienti, con un budget di spesa pubblica come percentuale del Pil tra i piu’ bassi in Asia – al 16,6% del Pil nel 2014 contro una media regionale del 27,2%. Il Governo ha ora posto ufficialmente l’obiettivo di portare la spesa per le infrastrutture in linea con la media regionale (che e’ di circa il 5% del Pil) entro il 2016, piu’ o meno raddoppiando il livello di spesa attuale. Il panorama rimane senz’altro positivo, con consumi privati e pubblici in crescita, accompagnati anche da un miglioramento della domanda esterna derivante dalla ripresa negli Stati Uniti (tra i principali importatori del Paese).