BMW torna con successo sul mercato obbligazionario. Il costruttore tedesco di automobili ha collocato due nuovi bond a quattro e otto anni per complessivi 1.500 milioni di euro raccogliendo ordini per quasi 3 miliardi. La forte pressione della domanda da parte degli investitori internazionali dimostra che c’è molto interesse verso il settore obbligazionario corporate, visto che i rendimenti dei titoli di stato sono ormai a zero, e a maggior ragione verso il comprato automobilistico che è in forte ripresa. Più nel dettaglio, BMW Finance ha collocato obbligazioni senior, garantite da Bayerische Motoren Werke AG, società del gruppo controllata da BMW, in due tranches da 750 milioni l’una.
Il bond BMW Finance 0,125% aprile 2020 e BMW Finance 0,75% 2024 (codici ISIN
XS1396260520 e
XS1396261338) sono quotati alla borsa del Lussemburgo e alla borsa di Francoforte e sono negoziabili per importi minimi di 1.000 euro. Il tasso cedolare annuo è stato fissato al 0,125% per la scadenza a quattro anni e a 0,75% per quella a otto anni, ma il rendimento è di poco inferiore essendo il prezzo del bond poco sopra la pari ai primi scambi. Le obbligazioni sono senior garantite non callable con rimborso è previsto in unica soluzione a scadenza. Il rating di BMW è elevato e corrisponde ad A+ per Standard & Poor’s e A2 per Moody’s. Di seguito, le caratteristiche complete dei bond:
Bmw Finance 0,125% 2020 XS1396260520 Bmw Finance 0,125% 2020 XS1396261338
BMW, risultati record nel 2015
Il gruppo Bmw ha chiuso il sesto anno consecutivo con risultati finanziari ai massimi storici e per il 2015 non solo alza i dividendi ma prevede anche un ulteriore crescita, in particolare dei volumi di vendita nonostante la persistente volatilità dei mercati. “Abbiamo raggiunto tutti i nostri ambiziosi target per l’esercizio”, ha commentato Harald Krueger, da maggio scorso amministratore delegato al posto di Norbert Reithofer. “Con un’altra serie di dati impressionanti nel suo centenario, il gruppo Bmw rimane il principale fornitore mondiale di veicoli e servizi per la mobilità premium”.
In particolare i volumi di vendita sono aumentati del 6,1% a 2.247.485 unità spingendo, insieme al favorevole contesto valutario, i ricavi a salire del 14,6% a 92,175 miliardi di euro. L’utile operativo e’ inoltre migliorato del 5,2% a 9,59 miliardi, l’utile pre-tasse del 5,9% a 9,224 miliardi e l’utile netto di ben il 10% superando per la prima volta la soglia dei 6 miliardi e attestandosi cosi’ al nuovo record di 6,396 miliardi. Conseguentemente il gruppo bavarese ha deciso di aumentare i bonus per i dipendenti e il dividendo per gli azionisti. Infatti in vista della prossima assemblea degli azionisti del 12 maggio, i consigli di gestione e di sorveglianza hanno deciso di proporre una cedola di 3,2 euro per le azioni ordinarie e di 3,22 euro per le privilegiate, a fronte rispettivamente dei 2,9 euro e dei 2,92 euro pagati l’anno scorso. Il pay-out si attesta cosi’ al 32,9%, in linea con il target compreso tra il 30% e il 40%. La solidità del gruppo e’ dimostrata dai risultati operativi del segmento Automotive con ricavi in miglioramento del 13,8% a 85,536 miliardi in scia alle buone performance commerciali, al contributo dei nuovi modelli e al contesto valutario favorevole. L’utile operativo e’ salito dell’8,2% a 7,836 miliardi per un margine del 9,2%, nella parte alta del corridoio strategico da anni fissato tra l’8% e il 10%, mentre l’utile pre-tasse e’ aumentato del 9,3% a 7,523 miliardi. Se il 2015 si e’ chiuso con risultati positivi nonostante la volatilità dei mercati, anche per il 2016 Bmw punta a registrare ulteriori miglioramenti. Per quanto da Monaco di Baviera si preveda persistente incertezza nel contesto economico e politico, il trend di crescita dei volumi e’ atteso prosegua nel corso dell’anno in scia al continuo ampliamento della gamma con il lancio di sempre nuovi modelli. “Stiamo puntando ancora ad un nuovo record di vendite in 2016, con volumi che dovrebbero essere in leggero aumento rispetto all’anno scorso”, ha commentato Krueger, senza pero’ fornire dettagli sulle previsioni in termini di ricavi e redditività al contrario di quanto fatto l’anno scorso, a dimostrazione evidentemente dell’incertezza dettata dal contesto operativo.