Ieri, il colosso delle vendite online Amazon ha collocato sul mercato obbligazioni per complessivi 18,5 miliardi di dollari. Si è trattato della più grossa emissione di sempre per la società e la terza nella sua storia. La precedente risale al giugno 2020 ed era stata di 10 miliardi. La prima avvenne nel 2017 e ammontò a 16 miliardi. E per quest’anno è stata anche la seconda più grossa per il corporate in assoluto dopo i 25 miliardi raccolti da Verizon. Inizialmente, la società aveva parlato di un’emissione nell’ordine dei 15 miliardi.
Le obbligazioni Amazon sono state emesse in otto tranche. Quella di durata più lunga è stata di 40 anni. E questa ha esitato un rendimento a +95 punti base sopra il Treasury a 30 anni. In base alla guidance iniziale, ci si aspettava un rendimento a +115 punti base. Ne deduciamo, quindi, che il costo per la società su questa fetta di debito sia stato del 3,27% annuo.
Obbligazioni Amazon ESG e rischio “greenwashing”
E tra le otto tranche ve n’è stata una legata agli obiettivi di sostenibilità ambientale. Parliamo di obbligazioni Amazon ESG, emesse con durata di due anni e i cui proventi saranno utilizzati per finanziare la costruzione di edifici a zero emissioni e investimenti nel trasporto pulito. La società si è data l’obiettivo di diventare neutra sul piano delle emissioni entro il 2040 e di utilizzare entro il 2030 solo fonti di energia rinnovabile per le sue attività. Inoltre, ha promesso di aumentare le assunzioni tra i gruppi sotto-rappresentati. La questione è particolarmente sentita negli USA tra le minoranze etniche.
Alla fine di marzo, Amazon ha chiuso con liquidità disponibile pari a 73 miliardi, poco meno del suo record storico. I capitali raccolti con l’emissione di ieri saranno utilizzati perlopiù per potenziare gli investimenti, un fatto che stimolerebbe la crescita del colosso negli anni futuri.
Ma la società di Jeff Bezos è oggetto di forti critiche per le condizioni di lavoro a cui sottoporrebbe i suoi dipendenti. Durante la pandemia, è stata accusata di non curarsi troppo delle regole contro il Covid. E di recente è finita nel mirino della stampa per presunte pressioni sui dipendenti di uno stabilimento, affinché non si organizzassero in un sindacato. Ha fatto il giro del mondo la notizia, secondo cui alcuni dipendenti sarebbero stati costretti a urinare in una bottiglia per non lasciare il posto di lavoro neppure per qualche minuto. E ciò crea un dilemma con riferimento alle obbligazioni Amazon ESG: siamo in presenza di un’opportunità di migliorare la sostenibilità del business o di una pratica di puro “greenwashing” con cui raccogliere capitali a basso costo?