Nuova emissione obbligazionaria per Terna con il lancio di un Green bond di 650 milioni di euro. Il collocamento è avvenuto con successo nella giornata di ieri. Gli ordini degli investitori sono stati circa il quadruplo dell’importo offerto. Buone le condizioni prospettate agli obbligazionisti. Fissata una cedola annua lorda del 3,875% con un prezzo di emissione di 99,107 centesimi. Pertanto, il rendimento iniziale alla scadenza risulta essere intorno al 4%, vale a dire a premio di 90 punti base o 0,90% sul tasso “midswap”. La data di regolamento è stata fissata per il prossimo 24 luglio.
Poiché cedola e plusvalenze sulle obbligazioni sono sottoposte a tassazione del 26%, il Green bond di Terna sostanzialmente offrirà un rendimento netto inferiore al 3%. Non è granché, sebbene in un arco di tempo così lungo dovrebbe essere in grado di più che coprire l’inflazione italiana media del periodo. Qualora questa tendesse al target BCE del 2%, saremmo dinnanzi a un asset con rendimento netto reale di circa l’1%. Non sarebbe male.
Green bond Terna con rendimento sotto BTp 10 anni
D’altra parte, non possiamo non notare che il Green bond Terna appena emesso rende meno del BTp a 10 anni. Questi si aggirava ieri in area 4,15%, tra l’altro a fronte di una minore tassazione al 12,50%. Pertanto, il decennale sovrano riesce ancora a generare un rendimento netto sopra il 3,60%. Può sembrare un paradosso, dato che teoricamente le obbligazioni private sarebbero a maggiore rischio di credito. Nello specifico, Terna è una società controllata per quasi il 30% da CDP Reti, a sua volta controllata da CDP, un ente in mano al Tesoro.
Praticamente, il Green bond Terna può considerarsi un asset quasi-sovrano. L’emittente gestisce la rete elettrica nazionale e l’anno scorso ha ottenuto ricavi per quasi 3 miliardi di euro (2,96 miliardi), riportando un utile netto di 857 milioni e chiudendo l’esercizio con un indebitamento netto di 8,58 miliardi.
Sempre Terna ha fatto sapere che il costo che sosterrà, sarà nettamente inferiore a quello di emissione del Green bond. Ciò si deve alla previa sottoscrizione di un contratto di copertura sui tassi di interesse per valori inferiori rispetto alle condizioni attuali. Si sono occupati dell’operazione Bank of America, BNP Paribas, Deutsche Bank, IMI-Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Santander, Société Générale e Unicredit.