Data la situazione, il Ghana sta concludendo il suo processo di ristrutturazione del debito estero in tempi relativamente brevi. A partire dalla prossima settimana, il governo di Accra ha fatto sapere che emetterà nuovi Eurobond in dollari per rimpiazzare quelli detenuti dai creditori stranieri e sui quali è stato dichiarato il default nel dicembre del 2022. In una ventina di mesi, quindi, l’implementazione dell’accordo. Allo Zambia sono serviti quattro anni per emettere nuovi bond a favore dei propri creditori dopo il default.

Due opzioni per creditori del Ghana

Gli investitori che aderiranno, si troveranno dinnanzi a una duplice opzione. Con l’opzione DISCO riceveranno Eurobond in scadenza nel luglio 2029 e nel 2035. La cedola sarà del 5% da quest’anno fino al 2028 e del 6% successivamente. In cambio, subiranno un “haircut” o taglio del valore nominale del capitale del 37%. In pratica, per ogni bond da 1.000 dollari posseduto, ne riceveranno uno dal valore nominale rimborsabile alla nuova scadenza di 630 dollari.

Con l’opzione PAR non ci sarà alcun “haircut”, ma in cambio i nuovi Eurobond in scadenza nel gennaio 2037 offriranno una cedola di appena l’1,50%. Grazie a questa intesa, il Ghana sarà in grado di incassare i 3 miliardi di prestito stanziato dal Fondo Monetario Internazionale. Ad aprile, un primo schema di accordo per uscire dal default era stato bocciato dall’istituto di Washington. Questo è considerato un caso di successo sotto il Common Framework del G20, un nuovo modus operandi per la ristrutturazione del debito escogitato dall’assise internazionale durante il Covid. Il presupposto basilare si fonda sul pari trattamento tra creditori privati e sovrani.

Eurobond in dollari restano ad alto rischio

Sempre a giugno il Ghana aveva rinegoziato prestiti bilaterali per 5,1 miliardi di dollari. Vale la pena ricordare che gli Eurobond di nuova emissione restano altamente a rischio. Le agenzie di rating classificano il debito ghanese “non investment grade” o “spazzatura”: Selective Default per S&P, CCC per Fitch e Ca per Moody’s.

Il cedi è stato nell’ultimo anno una delle valute emergenti peggiori per performance contro il dollaro: -28%. Un cambio molto più debole accresce le difficoltà del governo di restituire i prestiti in valute forti, a meno che esso non riesca a generare un balzo dell’economia domestica con il riequilibrio della bilancia commerciale.

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