ENI emette nuovi bond alla vigilia dei risultati trimestrali. In un contesto non proprio ottimale a causa dei recenti storni dei mercati e del calo del prezzo del petrolio, il cane a sei zampe ha collocato con successo due nuove obbligazioni Eni in euro a lunga scadenza. Sono stati prezzati rispettivamente a 99,957 e 103,779 le obbligazioni a 8 e 12 anni (quest’ultima è una riapertura), che hanno permesso al gruppo petrolifero di raccogliere complessivamente 1,1 miliardi per i propri fabbisogni ordinari. 800 milioni sono stati piazzati sul bond Eni scadenza 2021 con cedola 2,5% e 300 milioni sul bond Eni scadenza 2025 con cedola 3,75% (Isin XS0970852348).
I bond ENI sono a sconto rispetto alla concorrenza
Dopo il taglio del costo del denaro da parte della BCE e l’abbassamento dei rendimenti dei titoli di stato italiani nelle ultime aste, è tornato vivo l’interesse degli investitori anche per le società corporate italiane di rango internazionale. ENI – osserva un dealer – è infatti una delle più interessanti e ricercate dai fondi d’investimento e, in un contesto in cui l’Italia rimane penalizzata rispetto ad altri stati europei, il cane a sei zampe è in grado di offrire qualcosa in più a parità di rischio. Eni gode infatti di un rating di fascia alta (A3 per Moody’s e A per S&P, superiore a quello sovrano italiano) ma proprio per il fatto di essere un emittente italiano è costretta a pagare un premio extra agli investitori.
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Secondo gli esperti americani, la recente joint venture stipulata tra l’azienda petrolifera malese Petronas e Versalis (controllata di Eni leader mondiale nel settore degli elastomeri) porterà ulteriori benefici ai conti del gruppo ENI in futuro. L’accordo con i malesi è finalizzato alla produzione, vendita e commercializzazione di elastomeri presso la raffineria e il centro integrato di sviluppo di Petronas a Pengerang, Johor, in Malesia. [fumettoforumleft]La Petronas Refinery and Petrochemical Corporation (PRPC), la societa’ di Petronas responsabile dell’esecuzione del progetto Rapid, partecipera’ alla joint venture con una quota del 60%, mentre Versalis ne deterrà il restante 40%.