Si torna a parlare di obbligazioni Eni fra gli investitori. Nonostante il crollo dei prezzi del petrolio e il calo degli utili del colosso petrolifero italiano, Eni ha ottenuto, come sempre, grande successo per il collocamento di obbligazioni sul mercato internazionale. Eni ha così prezzato una nuova emissione senior unsecured in due tranche, maggio 2022 e maggio 2028, da complessivi 1,5 miliardi di euro sfruttando le favorevoli condizioni di mercato dal programma di acquisto di corporate della Bce, al via a giugno. La tranche più breve dell’operazione è dell’importo di 700 milioni, quella più lunga da 800 milioni di euro, a fronte di richieste totali che hanno superato la cifra di 4,1 miliardi. I titoli Eni maggio 2022 sono stati collocati al reoffer di 99,644 e staccano una cedola di 0,75%, corrispondente a un rendimento a scadenza pari a 0,811% (codice ISIN XS1412593185). Il premio è di 72 punti base su midswap dopo una prima indicazione questa mattina in area 90 pb, poi rivista in area 75 pb (+/-3 pb). La tranche Eni maggio 2028 è stata assegnata a un prezzo reoffer di 98,732 e paga un coupon di 1,625%, pari a un rendimento a scadenza di 1,743% (codice ISIN XS1412711217). Lo spread è di 105 punti base sulla curva swap dopo un prima guidance in area 120, poi rivista tra 105 e 110. Il pricing è atteso in giornata. Il collocamento è stato gestito da Banca Imi, Barclays, Credit Agricole Cib, JP Morgan, Mediobanca e UniCredit presso investitori istituzionali e le obbligazioni sono negoziabili per importi minimi di 100.000 euro con multipli aggiuntivi di 1.000 sulla borsa del Lussemburgo. Eni ha rating ‘Baa1’ per Moody’s e ‘BBB+’ per S&P.
Le obbligazioni Eni saranno acquistate anche dalla Bce
Eni non rientra tra gli emittenti che già dall’estate scorsa furono inseriti dalla Bce nel programma di acquisto titoli di settore pubblico, ma, con un rating investment grade, i titoli del gruppo petrolifero rientreranno nel programma di acquisto di corporate bond di Francoforte che partirà il mese prossimo. “Tutti stanno sfruttando l’effetto Bce in questo momento, in più Eni ha potuto beneficiare del fatto che mancava da un po’ dal mercato” – commenta un banchiere coinvolto nel collocamento -. “Inoltre la stabilizzazione dei prezzi del greggio ha rassicurato il mercato sulle prospettive del settore oil, quindi dopo un periodo di difficoltà ora è tornato l’interesse”. Ad esempio, dal meeting Bce di marzo, quello in cui Draghi annunciò il programma di acquisti di corporate bond, il rendimento del bond Eni settembre 2025 cedola 3,75% è sceso da area 1,90% fino a un minimo di 1,24% in aprile; oggi quota all’1,36%. Come spiega un comunicato diffuso dalla società, la recente operazione di vendita di obbligazioni 2022 e 2028 è volta a “mantenere una struttura finanziaria equilibrata in relazione al rapporto tra indebitamento a breve e a medio-lungo termine e alla vita media del debito di Eni”. Anche perché Eni non ha scadenze obbligazionarie quest’anno, mentre quelle del 2017 superano i 2 miliardi, concentrate a ottobre e novembre.