Agosto è un mese particolare per i mercati finanziari. Anche se le sedute si tengono regolarmente, nei fatti a seguirle sono molti meno investitori istituzionali e individuali. Il trading automatizzato la fa da padrone, come in parte rivela il brusco calo accusato dalla Borsa di Tokyo proprio al termine della prima seduta mensile. L’indice Nikkei-225 perse il 12,4% e forse un crollo così drastico si spiega anche con la liquidità degli scambi relativamente bassa, dato il periodo.

Compravendite giù in agosto

Discorso simile per il mercato obbligazionario.

La liquidità rientra tra i rischi delle obbligazioni a cui si espone l’investitore, a volte pur inconsapevolmente. In cosa consiste? Quando acquistiamo un asset finanziario, supponiamo (a torto) di poterlo rivendere sempre all’istante e ai prezzi dati. Può non essere così, vuoi per la peculiarità del titolo posseduto (si pensi alle obbligazioni subordinate delle banche o alle lunghissime scadenze) e vuoi anche per il periodo. Ad esempio, comprare e vendere in pieno agosto può non essere così agevole come nel resto dell’anno. Essendo molti investitori in vacanza, l’offerta e la domanda risultano più basse. Per il compratore può diventare più difficile trovare un venditore e viceversa.

Scambi in calo per BTp

Se andiamo a guardare l’andamento degli scambi per i titoli di stato italiani, troviamo conferma a questo sospetto. Tenuto conto delle sedute fino al venerdì scorso, il numero dei contratti eseguiti risulta crollato per molte scadenze. E lo stesso dicasi per il loro controvalore. Il BTp 1 luglio 2029 con cedola 3,35% ha registrato scambi in calo su base mensile di circa il 54%. In termini di valore, il crollo si ferma al 29%. E il BTp 1 luglio 2035 con cedola 3,85% segna un -45% per i contratti siglati e -28% per il controvalore scambiato.

Questi dati confermano quanto abbiamo sostenuto sopra: la liquidità ad agosto subisce un brusco calo.

Inevitabile. Eppure, non sembra sia sempre così. Prendiamo il BTp 1 ottobre 2053 con cedola 4,50%. In questo caso, i contratti siglati alla Borsa di Milano risultano scesi su base mensile solo del 16%, ma in valore cresciuti del 7%. Ancora più nitido l’esempio del BTp 1 marzo 2072 con cedola 2,15%, il bond del Tesoro più longevo sinora emesso: contratti a -4%, valore +15%. E teniamo presente che i giorni lavorativi a luglio furono 23 contro i 21 dell’intero mese in corso. A parità di sedute, anche il numero dei contratti per le scadenze più lunghe risulterebbe grosso modo simile.

Liquidità in vacanza

Come si spiega che la liquidità sprofondi per le scadenze più corte e tenda a rimanere invariata per quelle lunghe? Tendenzialmente, è il canale retail (famiglie) a puntare perlopiù sulle prime. Gli investitori istituzionali preferiscono il tratto medio-lungo, sul quale riescono a fare speculazione sui prezzi. E le famiglie vanno in vacanza ad agosto, mentre banche, fondi e assicurazione grosso modo hanno la possibilità di far ruotare il personale per garantire un minimo di operatività durante tutte le sedute. Il resto la fa per l’appunto il loro trading automatico. Ed ecco che comprare e vendere diventa relativamente problematico per quegli asset teoricamente più liquidi nel resto dell’anno.

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