L’Austria ha affidato a un gruppo di banche il mandato per emettere il suo primo green bond tramite collocamento sindacato. Si occuperanno dell’operazione Barclays, Bank of America, Deutsche Bank, Goldman Sachs, JP Morgan e Unicredit. Il “pricing” avverrà “nell’immediato futuro sulla base delle condizioni di mercato”, suggerisce la fonte ufficiale di Vienna. Un’espressione che nel gergo finanziario implica l’avvio dell’operazione entro le 24 ore successive. Sappiamo anche che il titolo avrà scadenza 23 maggio 2049, per cui debutterà con durata di 27 anni esatti.
Presto sarà la volta della Grecia
Già da settimane si era appreso della volontà dell’Austria di entrare sul mercato dei green bond. Già quest’anno lo ha fatto la Danimarca, mentre a seguire vi sarebbe la Grecia. La Germania emise il suo primo green bond nel settembre del 2020. Pochi mesi più tardi fu la volta dell’Italia.
I green bond sono obbligazioni dal funzionamento perfettamente uguale a quello delle emissioni ordinarie. La differenza consiste nell’utilizzo dei proventi da parte dell’emittente per finalità “ambientali”. Sebbene non esista alcun vincolo giuridico, governi, banche e aziende generalmente cercano di adempiere ai rispettivi piani contro l’inquinamento per ragioni reputazionali. Nei giorni scorsi, il Parlamento europeo ha cercato di fissare qualche paletto per minimizzare i casi di cosiddetto “greenwashing”, vale a dire l’ambientalismo di facciata nel settore finanziario al solo scopo di attirare capitali a basso costo.
Green bond Austria, possibile rendimento
Il green bond dell’Austria sarà nei fatti un trentennale. Sulla base delle attuali condizioni del mercato, possiamo prevedere che spunterà un rendimento in area 1,70%. Ciò implica anche che la cedola offerta probabilmente sarà all’incirca di tale entità. L’Italia ha emesso sinora un solo green bond con scadenza 1 aprile 2045. Entro la fine dell’anno, il Tesoro ha aperto all’ipotesi di una seconda emissione, probabilmente di durata inferiore.
Contrariamente a quanto potremmo attenderci, i green bond non spopolano nel Nord Europa, pur essendo quasi certamente l’area del pianeta dalla maggiore sensibilità ambientale. Il fatto è che qui i debiti pubblici sono relativamente bassi e le emissioni verdi rischiano di mostrarsi poco liquide. Per ovviare a tale problema, la Germania ha dato vita alla tecnica delle emissioni “gemelle”: i Bund verdi hanno cedola e scadenza uguali a quelle dei Bund ordinari, divergendone solo per la finalizzazione dei capitali raccolti.