La rupia indiana si sta indebolendo a vista d’occhio e investire nella patria di Ghandi potrebbe essere un’opportunità. Da inizio anno la valuta locale ha perso più del 10% nei confronti dell’euro e forse potremmo essere vicini al fondo, anche se in campo valutario non è mai detta l’ultima parola. Per chi volesse diversificare parte dei propri investimenti dalla tormentata zona euro, l’acquisto di obbligazioni in rupie indiane potrebbe rappresentare una buona alternativa fra i paesi emergenti.
Pil India a +6% nel 2013 mentre l’inflazione calerà al 5,3%
Le cose, però, dovrebbero già da quest’anno migliorare e – secondo Annalisa Sullivan di Barclay Capital – la divisa indiana si è indebolita vistosamente nei primi sei mesi dell’anno per effetto di un riposizionamento dei portafogli degli investitori che scommettono ora su una ripresa economica dei paesi dell’eurozona da qui ai prossimi 5 anni. Fino allo scorso anno, infatti, i paesi emergenti hanno rappresentato ottime alternative alle turbolenze finanziarie euorpee e per il futuro ci si attende ancora forte espansione. Secondo un recente studio della Banca Europea della Ricostruzione e dello Sviluppo (BERS) la crescita economica dovrebbe tornare al 6% nel corso di questi 12 mesi, per poi salire al 7,5% nel 2014, al 7,9% nel 2015 e al 7,8% nel 2016.
Obbligazioni in rupie indiane BERS 5,25% 2014 (AAA)
Ciò premesso, vediamo quali possibilità ha un investitore non professionale di acquistare bond in rupie indiane. Scartata la via dei fondi d’investimento specializzati sui mercati emergenti che si mangiano una bella fetta di guadagni in commissioni e costi di gestione, una delle strade percorribili è offerta dalla BERS che periodicamente lancia sul mercato eurobond abbastanza liquidi e scambiabili sui mercati internazionali. Molto interessante è il bond BERS 5,25% 2014 (Isin XS0632507322). [fumettoforumleft]Emesso nel 2011 per 500 milioni di rupie, è stato incrementato lo scorso mese di febbraio di altri 1.500 milioni per un totale di 2 miliardi di rupie. Il titolo è quotato sulla borsa del Lussemburgo, paga una cedola fissa del 5,25% il 6 giugno ed è negoziabile per tagli minimi di 100.000 rupie (1.300 euro circa) con multipli aggiuntivi di 50.000. Secondo gli analisti, a parte il rating dell’emittente che è di massima affidabilità (AAA), il bond appare interessante in questo momento perché viene scambiato sotto la pari (98), cioè sotto il prezzo di rimborso a 100 e la durata è molto breve per un rendimento lordo a scadenza del 7,85%. Unica incertezza per questo genere d’investimenti, benché sicuri sul pagamento degli interessi e la restituzione del capitale, potrebbe derivare dal cambio euro/rupia indiana che viaggia intorno ai 78, ma potrebbe peggiorare. Secondo gli esperti, il potenziale di downside nei confronti dell’euro è minore rispetto all’upside, tuttavia è sempre bene maneggiare con cura questo genere di strumenti finanziari acquistandoli a piccole tranches per mediare sul cambio evitando così brutte sorprese al momento del rimborso.
La BERS, cos’è e come funziona
Costituita il 15 gennaio 1990 a Parigi, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo è un organismo finanziario internazionale che opera nei paesi dell’Europa centrale ed orientale e dell’Asia centrale e che viene, generalmente, ricompresa tra le banche multilaterali di sviluppo regionale. Più in particolare, la Banca ha il compito di aiutare i paesi beneficiari nella messa in opera delle riforme economiche e strutturali, comprese quelle miranti allo smantellamento dei monopoli, alla decentralizzazione ed alla privatizzazione, riforme tali da aiutare le loro economie a divenire pienamente integrate nell’economia internazionale. Un’ulteriore peculiarità della banca è, poi, quella di annoverare, tra i propri membri, due soggetti internazionali: fra i 42 fondatori della Banca vi sono, infatti, la Comunità europea (ora Unione europea) e la Banca europea degli investimenti e ciò a ragione della forte caratterizzazione comunitaria della banca e dei legami tra questa e le istituzioni comunitarie: a norma dello statuto della banca, infatti, l’assetto azionario delle partecipazioni alla stessa può mutare, ma è stabilito un limite per il quale il complesso delle azioni detenute dai membri dell’Unione, dalla Unione Europea stessa e dalla BEI non può essere inferiore al 51% del capitale sociale della Banca.