Una volta investire in Africa era come rischiare l’osso del collo. Ma oggi, grazie alla globalizzazione e alla riscoperta delle immense potenzialità di crescita del continente, c’è da domandarsi se non ne valga veramente la pena visto come vanno le cose in Europa. I paesi africani sono ricchi di materie prime e, non a caso, in passato sono stati oggetto di colonizzazioni e sfruttamento da parte delle potenze europee. Uno di questi è il Marocco.

 

Investire in Marocco: le stime sulla crescita del Pil

 

Negli ultimi anni il Marocco ha sfoggiato ritmi di crescita invidiabili anche per l’eurozona confermandosi come uno dei più interessanti paesi emergenti.

Con un pil che cresce al ritmo del 5% all’anno, il Marocco risulta il più alto della regione maghrebina, secondo quanto  contenuto in una nota informativa che il Fondo Monetario Internazionale. Un risultato che si inserisce in un contesto di crescita che non sembra aver risentito né della crisi dei debiti sovrani che ha investito l’Europa (nonostante i partner commerciali del Marocco siano soprattutto i Paesi dell’Eurozona), né della Primavera Araba, che pure ha portato un rallentamento soprattutto nel mercato azionario di Casablanca. A fare da cuscinetto – secondo un’analisi del Fondo Monetario Internazionale – sono le importanti riforme di politica macroeconomica avviate in passato, oltre allo sviluppo del settore turistico, edilizio, manifatturiero e agricolo che ha consentito, unitamente alle sovvenzioni locali, di contenere le pressioni inflazionistiche derivate dall’aumento dei prezzi alimentari a livello mondiale. Il deficit di bilancio del Marocco per il 2013 dovrebbe attestarsi sul 5,5 per cento del Prodotto interno lordo, a fronte della previsione del 4,8 per cento che era stata fatta dal Governo. A fissare il dato al 5,5 per cento è stato il governatore della banca centrale Al-Maghrib, Abdellatif Jouahri. Ora, ha aggiunto a conclusione dei lavori del consiglio dell’Istituto centrale, occorrerà vedere se il governo adotterà le misure che ha annunciato per portare il deficit al 3 per cento del Pil entro il 2016.
A livello finanziario, lo stato delle banche marocchine è solido, ma le aperture di linee di credito trova ancora molte difficoltà e spesso le imprese ricorrono a finanziamenti stranieri.

 

Titoli di stato Marocco 4.25% 2022 e bond Marocco 5.50% 2042

 

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Recentemente il Marocco è tornato sul mercato dei capitali. Solo sei mesi fa, in piena crisi europea, sono stati emessi titoli di stato per 1,5 miliardi di dollari che hanno riscosso il favore della comunità finanziaria internazionale. Nel dettaglio, il governo di Rabat ha emesso una tranche da 1 miliardo di dollari di titoli con scadenza 2022 e cedola fissa pagabile semestrale  pari al 4,25% (XS0850020586) e una seconda tranche da 500 milioni di dollari con tasso d’interesse pari al 5,50%, sempre pagabile semestralmente, con scadenza 2042 (XS0864259717). Entrambe le emissioni sono state interamente sottoscritte da investitori istituzionali e al momento offrono rendimenti più o meno in linea con i titoli di stato italiani. Il titolo decennale, a fronte di un prezzo di negoziazione intorno a 104, rende al momento il 3,82%, poco meno del Btp tricolore di analoga durata. Se si pensa che il Marocco gode di una valutazione di rating BBB secondo S&P, non si può che considerare l’investimento nel paese magrebino come sicuro e promettente da questo punto di vista. Più generoso, invece, il rendimento del titolo di stato trentennale che offre un tasso del 5,30%, leggermente superiore al Btp 2040.