La Turchia ha alzato i tassi d’interesse dal 7,75% al 12% per sostenere la propria valuta. Una mossa che non ha mancato di suscitare profonde preoccupazioni fra gli investitori internazionali e fra gli operatori di cambio. La lira turca è infatti stata bersagliata dalla speculazione e negli ultimi dodici mesi ha perso più del 30% del proprio valore. Un disastro per l’economia di Ankara, candidata – secondo alcuni – a entrare a far parte dell’Unione Europea, nonostante la crisi economica globale abbia imposto un forte rallentamento alla crescita economica del paese.
La Turchia rallenta il passo, ma cresce più della media Ue
Da un punto di vista geopolitico, la Turchia non può essere considerata al pari dei paesi emergenti sudamericani o asiatici. La forte crescita economica dell’ultimo decennio e la rapida ripresa dopo la crisi finanziaria internazionale del 2008 hanno rafforzato l’interesse internazionale degli investitori per Ankara, un paese politicamente ed economicamente al crocevia tra Europa e Medio Oriente. L’integrazione economica continentale e col Nord Africa ha svolto un ruolo centrale nel sostenere la crescita dell’economia turca che punta ora ad entrare con decisione e a pieno titolo nell’eurozona.
Obbligazioni in lire turche KFW, KBC Ifima e BEI con rendimenti del 9%
Sul fronte obbligazionario, non mancano le occasioni. La tedesca Kreditanstalt für Wiederaufbau (KFW) ha da poco emesso sul mercato una obbligazione a tre anni in lire turche da 100 milioni che paga una cedola fissa del 9,25%. Il bond (Isin XS1023447409), prezzato a 99,65 è negoziabile per tagli minimi da 1.000 lire turche (322 euro), stacca la cedola il 15 maggio di ogni anno e va a rimborso nel 2017. L’emittente gode della massima affidabilità di solvibilità (AAA) garantendo altresì la liquidità del titolo sui mercati regolamentati. Stessa cedola e scadenza viene offerta dalla banca olandese KBC Ifima NV che ha recentemente lanciato un bond in lire turche al prezzo di 101,25 (Isin XS1021928772). La cedola viene staccata annualmente il 28 febbraio fino al 2017, ma il minimo negoziabile è di 4.000 lire turche (1.290 euro) e il bond appare poco liquido essendo stato emesso per 10 milioni. Il rating dell’emittente è A- per Standard & Poor’s e A3 per Moody’s.