Intesa San Paolo ha sorpreso il mercato con utili migliori delle attese. L’istituto guidato da Carlo Messina, ha chiuso infatti il passato esercizio con un utile netto di 2,74 miliardi di euro, in forte crescita rispetto agli 1,25 miliardi del 2014. E il risultato netto avrebbe potuto essere anche piu’ alto (circa 3 miliardi) se la Ca’ de Sass non fosse stata chiamata a versare 376 milioni al fondo di risoluzione destinato alle quattro banche salvate lo scorso novembre (Etruria, CariChieti, Banca Marche e Carife).
Intesa SanPaolo, bond e azioni a confronto
A fronte di tassi risicati sulle obbligazioni, la convenienza ad investire in azioni Intesa SanPaolo pare scontata. Benchè il paragone non si appropriato, è però giusto domandarsi se di fronte a un mercato così distorto, dove i rendimenti dei titoli di stato a breve termine viaggiano in territorio negativo, non sia giunto il momento di considerare l’investimento azionario più redditizio di quello obbligazionario. Certo, l’alta volatilità di questi ultimi mesi inducono alla riflessione, ma per un dividendo del 5,75% forse val bene rischiare qualcosa. Sul fronte obbligazionario, Intesa SanPaolo offre però cedole elevate anche sulle obbligazioni Tier I, il cui rischio non è tanto inferiore a quello delle azioni. L’obbligazione perpetua Intesa SanPaolo 7% (XS1346815787) collocata lo scorso mese di gennaio offre un rendimento maggiore di quello delle azioni, essendo il bond sceso a quota 96, ma per acquistarlo ci vogliono almeno 200.000 euro.