Coi tango bond sono stati fatti troppi pasticci. A sostenerlo è il Fondo Monetario Internazionale (FMI) che in un recente report chiede che venga eliminata quella clausola che ha permesso ai fondi che non avevano accettato le precedenti ristrutturazioni del debito di fare causa (vincendola) all’Argentina. Il Fondo Monetario Internazionale per evitare di incappare in un nuovo “caso Argentina”, quindi propone cambiamenti sostanziali nel modo in cui i governi mettono a punto i contratti di vendita dei loro titoli di Stato.
Ad annunciarlo lo stesso organismo di Washington che si è impegnato in una serie di riforme volte a ridurre i costi delle ristrutturazioni del debito sovrano, a vantaggio dei debitori, creditori, e più in generale del sistema che vi gravita intorno. Il monito riguarda il futuro, ma è un chiaro messaggio anche al presente e al braccio di ferro in corso fra Argentina da una parte e Usa coi fondi holdouts dall’altra che rischia di sconquassare gli equilibri commerciali fra Buenos Aires e Stati Uniti.
I cambiamenti che propone il Fondo Monetario sono due [fumettoforumright]Due sono i cambiamenti sostanziali che l’organismo guidato da
Christine Lagarde propone. In primis la modifica della clausola “pari passu” per evitare l’obbligo di pagare gli investitori “holdout”. Il secondo, l’introduzione di una “clausola di azione collettiva” che, prevede, nel caso in cui un Paese finisca in default e cerchi di ristrutturare il suo debito, che la maggioranza degli investitori possano prendere una decisione che si ripercuota anche sulla minoranza. La proposta, avanzata con decisione da Lagarde, cade alla luce del continuo braccio di ferro sul debito tra l’Argentina e un gruppo di hedge fund americani, i cosiddetti fondi avvolto, che chiedono di essere rimborsati interamente per i tango bond su cui Buenos Aires è fallita nel 2001 e che lo scorso 30 luglio hanno fatto cadere il Paese sudamericano nel suo secondo default in 13 anni.
La sentenza di un giudice Usa ha costretto l’Argentina al default Le recenti decisioni di un giudice americano, in base alle quali l’Argentina non può onorare i propri impegni con i creditori che sottoscrissero le ristrutturazioni del debito del 2005 e 2010 se prima non rimborsa gli “holdout”, che invece non accettarono il concambio, può creare un precedente rendendo più complicate altre ristrutturazioni del debito. Il rischio è che quelle decisioni vadano a ledere la voglia degli investitori a partecipare a ristrutturazioni del debito nel mondo anche se tali misure sono necessarie per prevenire il collasso di intere economie. L’istituto guidato da Christine Lagarde chiarisce che simili riforme possono essere eseguite solo dalle singole nazioni che hanno accesso al mercato dei capitali ma il Fondo si rende disponibile a facilitare un accordo sulla messa a punto e l’uso dei cambiamenti suggeriti. Questi cambiamenti riflettono quanto pubblicato il mese scorso dalla International Capital Market Association, un gruppo che rappresenta le più grandi istituzioni finanziarie del mondo. Oggi il Kazakhstan ha lanciato un bond che segue proprio tali raccomandazioni.