E’ stato un anno pessimo per il mercato obbligazionario globale, per la prima volta nella storia entrato nella fase “orso”, vale a dire in ripiegamento dai massimi di almeno il 20%. Considerato che anche il mercato azionario sia andato in sofferenza, possiamo capire bene il motivo per cui ci troviamo dinnanzi a un fatto di rilevanza storica. Ma chi ha proceduto a una diversificazione del risparmio negli anni, adesso potrebbe avere limitato le perdite. Uno dei modi per diversificare un investimento consiste nell’inserire in portafoglio asset in valuta estera.
Le obbligazioni verdi presentano la peculiarità di finanziare investimenti a favore dell’ambiente, in questo caso effettuati dalla Banca Mondiale. Venerdì scorso, esibiva una quotazione di poco superiore a 85 centesimi e corrispondente a un rendimento annuo lordo del 9,40%. Altissimo, persino in tempi di forti rialzi dei tassi. Ma il green bond è denominato in pesos messicani, per cui presenta un rischio di cambio medio-alto.
Green bond con le ali nell’ultimo anno
A questo punto, crederete che non valga neppure la pena di proseguire nella lettura dell’articolo. Abbiate un po’ di pazienza, perché sarete costretti a ricredervi. Nell’ultimo anno, il cambio messicano ha messo a segno un guadagno contro l’euro del 15%. D’altra parte, la quotazione del green bond si è contratta di oltre il 9%. Ciò non toglie che il saldo finale sia stato nettamente positivo, specie includendo lo stacco della cedola.
Facciamo un esempio di investimento di 10.000 pesos, pari al lotto minimo fissato dall’emittente. Un anno fa, avremmo acquistato il green bond a 93,75 centesimi, cioè per 9.375 pesos. Al cambio di allora di 23,71, avremmo speso 395,40 euro. Rivendendolo un anno dopo a una quotazione di 85,37 centesimi, avremmo incassato 8.537 pesos, cioè 423,88 euro.
In quest’anno, poi, avremmo incassato anche la cedola di 425 pesos, che al cambio attuale sarebbero un’altra ventina di euro (il calcolo sarebbe più complesso per via del ratei passivi e attivi maturati). In soldoni, il green bond ci avrebbe offerto un ritorno di circa il 12% lordo, anche se essenzialmente per il fattore cambio. Non è detto che il risultato positivo sia replicabile per il prossimo futuro. Ad ogni, la conferma che diversificare anche sul piano valutario giova.