Investire in titoli sicuri senza perdere del tutto l’opportunità di incassare rendimenti elevati? Sembra il Sacro Graal del mercato e, in un certo senso, lo è. Sappiamo anche, però, che esistono emissioni che riescono fino ad un certo punto a mettere insieme le due esigenze degli obbligazionisti. Un esempio ce lo offre questo Green Bond della Banca Mondiale denominato in rand sudafricani (ISIN: XS2288097053) e con scadenza 22 gennaio 2026. L’istituto è un debitore sicurissimo e gode del rating tripla A. D’altra parte, l’emissione in esame è avvenuta in una valuta emergente molto esposta alla volatilità.
Speculare sul cambio, ecco i calcoli
Il Green Bond in rand offre cedola lorda del 4,50%, quando quasi tre anni fa il BTp a 10 anni rendeva appena lo 0,75% e il suo omologo tedesco stava al -0,50%. Il T-bond negli Stati Uniti offriva meno dell’1,10%. In un ambiente di bassi tassi, la Banca Mondiale ingolosì il mercato internazionale. Cerchiamo di calcolare quanto questo investimento abbia reso sin da allora, cioè in quasi 35 mesi di tempo.
Dobbiamo, innanzitutto, calcolare il costo dell’investimento riguardo un lotto minimo di 10.000 rand. Il prezzo di emissione fu di 97,623 centesimi e il cambio di allora contro l’euro era di 18,44. Pertanto, avremmo speso 529,41 euro. Un anno dopo avremmo incassato una cedola di 450 rand, ossia pari a 26,25 euro al nuovo cambio. E due anni dopo sarebbero stati 24,19 euro. Disinvestendo oggi, poi, avremmo ricavato 461,84 euro, considerato che il cambio si sia portato a 20,57 e che la quotazione sia scesa a 95 centesimi. Infine, incasseremmo anche il rateo della cedola che va dal 21 gennaio scorso ad oggi e pari a 19,06 euro.
Green bond in rand, rendimento nullo dall’emissione
In definitiva, il nostro incasso complessivo sarebbe stato di 531,24 euro contro i 529,41 euro spesi.