Dopo Olanda, Francia e Polonia, anche la Germania si associa alla festa dei “green bond” con la prima emissione annunciata dall’agenzia finanziaria del governo federale per la seconda metà del 2020. Il managing director Tammo Diemer ha parlato di un collocamento nell’ordine dei 10 miliardi di euro. Nelle scorse settimane, gli stati dell’Unione Europea hanno definito i criteri per le emissioni di obbligazioni verdi, stabilendo che i governi debbano precisare la proporzione dei proventi che verrebbe utilizzata nell’abbattimento delle emissioni inquinanti.
Probabile che Berlino emetta una tranche a 30 anni, sebbene non vi siano al riguardo comunicazioni ufficiali. La tecnica utilizzata sarà quella delle emissioni “gemelle”, cioè i green bond avranno scadenza e cedola uguali a quelle dei Bund ordinari. I proventi non incrementeranno l’entità del debito, rientrando nei 54 miliardi già stanziati dal governo federale per finanziare il Programma di Protezione del Clima 2030. La spesa massima autorizzata fino al 2030 è di 270 miliardi.
Il collocamento non avverrà direttamente tramite la vendita agli investitori, ma passerà attraverso l’agenzia federale del debito, che a sua volta verificherà la tempistica migliore per offrire i titoli sul mercato, magari anche attraverso un collocamento sindacato. La politica dello “Schwarze Null” non sarà infranta, perché il bilancio dello stato rimarrà in surplus anche nel 2020. Il governo spiega che l’emissione contribuirà a incrementare la liquidità del mercato obbligazionario verde in Europa.
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I numeri delle emissioni tedesche
Per l’anno prossimo, la Germania terrà aste per un totale di 210 miliardi di euro, più dei 196 del 2019. Di questi, 148 miliardi riguarderanno emissioni a medio-lungo termine e 62 miliardi titoli a breve. In più, verranno emessi Bund “inflation-linked”, ossia con cedole legate all’inflazione, tra i 6 e gli 8 miliardi. 180 miliardi verranno utilizzati per rimborsare le scadenze.
Chissà che la Germania non stia buttandosi sul mercato dei green bond dopo che il governatore della BCE, Christine Lagarde, ha balenato l’idea di puntare sugli acquisti di obbligazioni eco-compatibili per contribuire alla svolta ambientale.
Al contempo, Berlino potrebbe essere arrivata tardi alla festa dei green bond, con i dubbi tra gli investitori che avanzano sull’opportunità di finanziare attività ed emissioni ambigue nelle finalità. Nei mesi scorsi, ENEL ha fatto da apripista per l’emissione di strumenti cosiddetti “ibridi”, cioè con caratteristiche formalmente meno restrittive delle obbligazioni verdi nell’utilizzo dei proventi e per questo più ben accolti dal mercato, rispondendo a una esigenza avvertita tra gli investitori di finanziare operazioni di disinquinamento senza le rigidità dei green.