La Germania ha avviato contatti con gli investitori, in vista di una call attesa per domani e relativa all’emissione del suo terzo green bond. La notizia è arrivata ieri dagli stessi ambienti finanziari, secondo i quali la data per il collocamento sindacato sarebbe verosimilmente il mercoledì di settimana prossima. Stavolta, Berlino intende raccogliere capitali a 30 anni. Lo farà tramite un Bund con scadenza 15 agosto 2050 e zero coupon. Vi ricorda nulla? Stiamo parlando del “gemello” del Bund a 30 anni senza cedola emesso nell’estate di due anni fa.
Terzo green bond sovrano della storia tedesca, quindi. Il debutto su questo mercato per Berlino è avvenuto nel settembre scorso con un decennale. In quell’occasione, raccolse 6,5 miliardi. Due mesi più tardi, lanciava un nuovo Bund “verde”, ma a 5 anni e raccogliendo altri 5 miliardi. Prossima settimana, le dimensioni del green bond a 30 anni sarebbero attese in area 6 miliardi. Per il resto dell’anno, ci si aspetta che la Germania collochi sul mercato nuove obbligazioni “verdi” a 10 anni, cioè con data di rimborso nell’agosto 2031. Il Bund ordinario per questa scadenza sarà lanciato il 16 giugno prossimo.
Viene ribadita la tecnica utilizzata in occasione delle precedenti due emissioni. In pratica, i green bond tedeschi sono i “gemelli” di titoli già in circolazione, prendendone le stesse scadenza e cedola. In questo modo, Berlino punta a rendere palese l’eventuale “greenium” sui mercati, cioè il premio riconosciuto dagli investitori alle emissioni legate agli obiettivi di sostenibilità ambientale. Come tutti i green bond, infatti, anche quelli sovrani della Germania sono finalizzati a finanziare misure di sostegno all’ambiente.
Con l’emissione dei prossimi giorni, il governo tedesco prosegue il suo lavoro di costruzione di una curva delle scadenze, che faccia da “benchmark” per l’intera Eurozona.
Tornando al green bond a 30 anni, esso presenta rischi evidenti. I rendimenti su questa scadenza sono ancora troppo bassi e non potranno che salire nei prossimi mesi e anni, man mano che le condizioni monetarie nell’Eurozona si normalizzeranno. Questo significa, però, che i prezzi scenderanno, per cui l’obbligazionista accuserà perdite rilevanti, a meno di non attendere la scadenza. Considerate che se anche solo il Bund sprovvisto di cedola, e per questo altamente volatile, rendesse il 2%, oggi come oggi crollerebbe a circa 63 centesimi. La perdita sarebbe di oltre il 30% rispetto alle quotazioni vigenti.