E’ atteso nella giornata di oggi il lancio del nuovo green bond di General Motors. La scorsa settimana, la casa automobilistica americana aveva annunciato l’emissione delle prossime ore, sebbene siano emerse poche informazioni al riguardo. C’è ancora incertezza, ad esempio, sull’entità del capitale raccolto. Dovrebbero essere 2,25 miliardi di dollari. Il fatto è che sempre la settimana scorsa, il Dipartimento dell’Energia USA ha stanziato 2,5 miliardi a favore della joint venture tra General Motors e LG per la costruzione di impianti per la fabbricazione di batterie per auto elettriche.
Due le tranche offerte
L’emissione del nuovo green bond servirà a “finanziare o rifinanziare” progetti verdi. In concreto, ciò significa che i capitali raccolti potranno essere impiegati per salvare vecchi debiti accesi per finalità ambientali e ciò che avanza potrà servire a contrarne di nuovi, sempre per finalità ambientali. General Motors si è posto come obiettivo il raggiungimento delle emissioni nette zero entro il 2040. Se il prestito del governo sarà goduto nei 2,5 miliardi stanziati, il fabbisogno finanziario della casa automobilistica sarà più basso e l’emissione sarà ridotta nell’entità.
Al momento, sappiamo che 1 miliardo andrebbe alla tranche con scadenza nel 2029 e cedola 5,40%. Altri 1,25 miliardi alla tranche con scadenza 2032 e cedola 5,60%. In totale, 2,25 miliardi. Le condizioni contrattuali offerte dovrebbero prevedere un innalzamento delle cedole nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi entro le rispettive date fissate.
Rischi del green bond GM
Il green bond di General Motors avrà rating “investment grade”, per quanto a 1-2 gradini sopra l’area “junk”. Saranno obbligazioni “senior unsecured”, cioè non subordinate e non garantite. Per l’investitore dell’Eurozona comportano l’assunzione di un rischio di cambio, oltre a quello di credito.
D’altra parte, offrono anche la possibilità di speculare su un possibile rialzo delle quotazioni obbligazionarie nei prossimi mesi. La Federal Reserve ha alzato i tassi d’interesse a luglio di un altro 0,75% al 2,50%. Nel frattempo, i dati sul PIL mostrano che l’economia americana sia caduta in recessione. Probabile che ciò interferirà con la politica monetaria della FED, dissuadendola dal continuare ad alzare drasticamente i tassi. Poiché i mercati hanno scontato già che essi saliranno almeno al 3,75% entro fine anno, una stretta meno vigorosa ridurrebbe i rendimenti, come sta accadendo da settimane. Basti guardare alla curva dei Treasuries. E anche il green bond di nuova emissione ne beneficerebbe, dati gli alti tassi a cui sta per sbarcare sul mercato.