FCA ancora in rally a Piazza Affari. Da inizio anno i titoli della causa automobilistica italo americana hanno messo a segno un rialzo iperbolico del 27%. Più contenuti i rialzi dei bond che però hanno fatto segnare nuovi ribassi in termini di rendimento. Eppure i fondamentali non giustificano tali numeri.
Lo dicono in particolare i dati sulle vendite di auto negli Stati Uniti: FCA US ha venduto nel mercato americano circa 172 mila unità, registrando un calo dell’11% rispetto allo stesso mese del 2016 quando il totale era stato di 192.519 veicoli.
Il mercato scommette però su un’alleanza strategica del gruppo guidato da Sergio Marchionne con qualche colosso automobilistico mondiale. Tramontata l’ipotesi General Motors ed esclusi deal con compagnie tedesche, torna in auge l’opzione Hyundai Motor. I coreani, però, hanno smentito di recente interessamenti con Fca preferendo per il momento una partnership con Volkswagen nello sviluppo delle auto a guida autonoma. Il refrain, dunque, sembra sempre quello da anni: ricerca spasmodica di un alleato forte per restare competitivi sul mercato, con Marchionne che rischia di lasciare il timone quest’anno di FCA senza aver trovato un adeguato partner industriale. Di più, lo scorporo di Magneti Marelli e Comau con relativa quotazione in borsa viene di volta in volta caldeggiato dalla stampa specializzata come se fosse un cavallo di battaglia al servizio della speculazione. Sullo sfondo aleggia poi la multa miliardaria che FCA dovrà pagare per lo scandalo dieselgate per la quale l’azienda sta cercando un accordo con le autorità americane. Per questo gli analisti ritengono che la recente corsa in borsa di FCA possa avere il fiato corto.
Lo si vede in particolare sui bond FCA in euro (rating speculative grade), dove i rendimenti hanno toccato un picco che è sceso sotto l’1,50% per la durata a cinque anni per poi risalire nelle ultime sedute.