L’ Egitto torna a rifinanziarsi sui mercati internazionali collocando nuovi bond. Dopo aver svalutato la sterlina egiziana di oltre il 40% sganciandola dal cambio fisso col dollaro e aver ricevuto aiuti dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), El Cairo è riuscita a emettere nuovi bond.
Nello specifico l’ Egitto ha emesso 4 miliardi di dollari di titoli di Stato, ben sopra il range previsto tra 2 e 2,5 miliardi di Usd previsto in occasione dell’avvio del road show lo scorso 17 gennaio. Ma vista la forte domanda da parte degli investitori (13, 5 miliardi di dollari), il Ministero delle Finanza ha allargato l’offerta coprendo i due terzi del fabbisogno preventivato per il 2017.
Obbligazioni Egitto, tutti i dettagli
Nel dettaglio Il Cairo ha collocato 1,75 miliardi di usd di bond quinquennali con cedola al 6,125%, 1 miliardo di usd di bond decennali al 7,5% e 1,25 miliardi di usd di trentennali all’8,5%. Tutti i titoli sono stati collocati alla pari da un pool di banche internazionali guidate da BNP Paribas, Citigroup, JP Morgan, Natixis e sono negoziabili per importi minimi di 200.000 dollari. Le obbligazioni, quotate alla borsa del Lussemburgo, staccheranno il coupon su base semestrale, il 31 gennaio e il 31 luglio di ogni anno con rimborso a scadenza in unica soluzione. Il Rating assegnato al debito del Egitto è B- per Standard & Poor’s, B per Fitch e B3 per Moodys.
Di seguito le specifiche dei nuovi bond:
XS1558078736 Egitto 7,50% 31 gennaio 2027
XS1558077845 Egitto 6,125% 31 gennaio 2022
XS1558078496 Egitto 8,50% 31 gennaio 2047
Vedi anche: Svalutazione lira fa impennare l’inflazione
Egitto: analisi del quadro socio – economico
Nel 2015 la crescita del PIL del Egitto è risultata pari al 4,2 per cento in virtù di una marcata accelerazione degli investimenti e dell’aumento della componente pubblica dei consumi; l’anno fiscale terminato nel giugno 2016, invece, ha visto una crescita compresa tra il 3,3 e il 3,7 per cento. Con riferimento al turismo va osservato che nel semestre luglio – dicembre 2015 si segnala una netta flessione degli introiti (da 4 a 2,7 miliardi) destinati a peggiorare ulteriormente nel corso del secondo semestre del 2015/2016.