Il prossimo 19 aprile, il Tesoro avvierà il collocamento sul mercato del terzo BTp Futura, stavolta della durata di 16 anni. La prima emissione risale al luglio scorso e riguardò un titolo a 10 anni, la seconda avvenne a novembre e per una scadenza di 8 anni. In conseguenza dell’allungamento sensibile della durata, è stato previsto un metodo differente di corresponsione del premio fedeltà. Come sappiamo, esso consiste nel riconoscere all’obbligazionista un rendimento extra alla scadenza, purché abbia acquistato il BTp Futura in fase di collocamento e lo avrà detenuto fino all’ultimo giorno.

A differenza di quanto avviene con i BTp Italia, il premio fedeltà qui è variabile e legato al tasso di crescita dell’economia italiana nel periodo dell’investimento.

Qual è la diversità del premio fedeltà per il BTp Futura 2037? Esso verrà corrisposto due volte. La prima, dopo i primi otto anni e sarà pari al tasso minimo dello 0,4% e non potrà superare quello massimo dell’1,2%. La seconda sarà alla scadenza e si tratterà di fissare un tasso per una componente legato ancora all’andamento dell’economia italiana per i primi 8 anni, mentre per una seconda componente sarà legato all’andamento dell’economia dopo l’ottavo anno e fino al sedicesimo. La prima prevedrà un tasso minimo compreso tra lo 0,6% e l’1,8%, la seconda uno tra l’1% e il 3%.

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Calcolo del primo premio fedeltà

In attesa che il Tesoro ci comunichi i dettagli dei calcoli con le FAQ, possiamo anticiparvi grosso modo come dovrebbero presentarsi. Supponiamo di volere investire su questo BTp Futura 1.000 euro. Dopo i primi 8 anni, come detto avremo diritto al primo premio fedeltà. A quel punto, esso dipenderà dall’andamento del PIL nominale italiano dal 2021 al 2028. Perché non il 2029? Semplice, perché solo agli inizi del 2030 sapremmo come sarà andata l’economia italiana con esattezza.

Pertanto, il Tesoro ci offrirà un premio tarato sull’andamento del PIL fino all’anno precedente alla sua corresponsione. In che misura?

  1. se il PIL nominale medio sarà cresciuto sotto l’1% all’anno, il premio fedeltà sarà dello 0,4%;
  2. se il PIL nominale medio sarà cresciuto tra l’1% e il 3% all’anno, il premio fedeltà sarà superiore allo 0,4% e fino all’1,2%;
  3. se il PIL nominale medio sarà cresciuto di oltre il 3% all’anno, il premio fedeltà sarà dell’1,2%.

Se lo avete capito, lo stato ci anticiperebbe il 40% del premio fedeltà complessivamente legato al periodo 2021-2028. Il restante 60% ci verrebbe corrisposto alla scadenza e sarebbe:

  1. dello 0,6%, se il PIL nominale medio nel periodo 2021-2028 sarà cresciuto meno dell’1% all’anno;
  2. tra lo 0,6% e l’1,8%, se il PIL nominale medio nel periodo 2021-2028 sarà cresciuto tra l’1% e il 3% all’anno;
  3. dell’1,8%, se il PIL nominale medio nel periodo 2021-2028 sarà cresciuto più del 3% all’anno.

Infatti,

  • 0,4+0,6 = 1%;
  • 1,2+1,8% = 3%.

 

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Calcolo del secondo premio fedeltà

A questo punto, manca solo la componente del premio fedeltà che nell’aprile 2037 ci verrebbe corrisposto sulla base dell’andamento del PIL nominale tra il 2029 e il 2036. In che misura?

  1. dell’1%, se il PIL nominale medio nel periodo risulta cresciuto meno dell’1%;
  2. tra l’1% e il 3%, se il PIL nominale medio nel periodo risulta cresciuto sopra l’1% e fino al 3%;
  3. del 3%, se il PIL nominale medio nel periodo risulta cresciuto sopra il 3%.

Tornando al nostro esempio di un investimento da 1.000 euro, supponiamo che il PIL nominale cresca mediamente del 2,4% nel periodo che va dal 2021 al 2028. Nella primavera del 2029, avrei diritto a un premio fedeltà dello 0,96%, cioè pari al 40% del 2,4%. Alla scadenza, il Tesoro mi corrisponderebbe il restante 1,44%, cioè il 60% del 2,4%.

In più, resta da percepire il premio fedeltà legato al PIL tra il 2029 e il 2036. Se esso fosse cresciuto mediamente del 3,5%, avrei diritto al 3%. Se fosse cresciuto, invece, meno dell’1%, prenderei l’1%. Infine, se fosse cresciuto del 2% (dato compreso tra l’1% minimo e il 3% massimo), prenderei esattamente il 2%.

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