Lunedì 23 maggio, l’Austria annunciava di avere affidato a un gruppo di banche il compito di collocare il suo primo green bond sovrano. L’operazione è avvenuta il giorno seguente, come da prassi. E i risultati sono stati abbastanza soddisfacenti. L’importo emesso è stato di ben 4 miliardi di euro, a fronte di richieste arrivate a 25 miliardi. Il titolo con scadenza 23 maggio 2049 ha esitato un rendimento lordo di 1,876%. Esso ha esibito un cosiddetto “greenium” di 2,5 punti base, vale a dire un premio “verde” rispetto a un bond ordinario di pari durata.
Il Tesoro di Vienna ha reso noto che 250 milioni di euro dei ricavi incassati saranno trattenuti. Poiché ha già fissato un piano di spese a favore dell’ambiente per 5 miliardi, procederà entro il resto dell’anno ad emettere un secondo green bond per l’importo residuo di 1 miliardo. Pur arrivando dopo numerosi altri paesi sul mercato verde, tra cui Polonia, Francia, Germania e Italia, è il primo ad avere inserito nel suo programma di emissioni titoli a breve scadenze, quelli che da noi sarebbero i BoT. Grazie a questo espediente, l’Austria ritiene di potere attirare domanda da banche centrali e money managers.
Pioggia di green bond in Europa
L’Austria è un emittente molto solido. Le agenzie di rating assegnano al suo debito giudizi molto alti: AA+ per S&P e Fitch, Aa1 per Moody’s. Per un soffio non fa parte del club della tripla A, a cui apparteneva fino al 2011. Ad ogni modo, è considerata un “porto sicuro” per i capitali, tant’è che si è potuta permettere negli ultimi anni di emettere due bond a 100 anni con cedole molto basse. L’emissione del 2020 prevede, addirittura, un tasso d’interesse annuale di appena 0,85%.
Il successo del green bond austriaco conferma l’alto interesse verso questo segmento del mercato tra gli investitori. Martedì, la Francia ha affidato alle banche il mandato di emettere un green bond indicizzato all’inflazione, mentre prossimamente dovrebbe essere la volta della Grecia. L’Italia ha già riaperto il suo (finora) unico BTp green con scadenza 1 aprile 2045, avendo raccolto in tutto 13,5 miliardi di euro. Dovrebbe emettere una seconda scadenza entro la fine di quest’anno.