Terremoto nei cieli, Air Berlin è insolvente e rischia la bancarotta. La nota compagnia aerea tedesca low cost ha dichiarato di non riuscire più a ripagare i propri debiti, né ottenere altri prestiti dalle banche, dopo che il socio arabo di riferimento, Ethiad Airways, ha staccato la spina del sostegno finanziario.

 

Appesantita da 1,2 miliardi di debiti e da perdite in aumento vertiginoso (2,7 miliardi in sei anni di cui 782 milioni solo nel 2016), Air Berlin non ha potuto fare altro che avviare le pratiche per la richiesta temporanea di protezione dai creditori (una sorta di concordato preventivo in continuità all’italiana) prima della pubblicazione della relazione semestrale e contestualmente al pagamento degli interessi trimestrali sui bond high yield da 225 milioni di euro con cedola 8,25% e scadenza 2018 (Isin DE000AB100B4 ).

Dalla procedura d’insolvenza sarebbe esclusa Niki, la compagnia austriaca controllata da Air Berlin e fondata dall’ex pilota di Formula 1 Niki Lauda.

 

Air Berlin, perdite record in sei anni di attività

 

Che le cose andassero male per Air Berlin lo si era già capito a marzo e ancora lo scorso mese di giugno quando il vettore aveva chiesto aiuti pubblici ed Ethiad, già incastrata con la rogna di Alitalia, si era dimostrata riluttante a concedere nuovi prestiti. Così, in mancanza di appoggio da Abu Dhabi e di sostegno pubblico da due land tedeschi, la crisi di Air Berlin, gravata anche dalla concorrenza estiva di Ryanair e easyjet, si è inesorabilmente avvitata su se stessa entrando sempre meno soldi di quanti ne occorressero per far funzionare l’apparato industriale, nonostante il piano dei tagli lacrime e sangue varato dal nuovo Ceo (1.200 dipendenti su 8.500 e vendita di 40 aerei). Dalla scorsa primavera, un volo su quattro veniva cancellato sistematicamente se non veniva venduto almeno il 70% dei posti disponibili e gli stipendi del personale e dei piloti cominciavano a non arrivare più regolarmente.

Da qui la richiesta di aiuti economici ai Land di Berlino e Nord Reno Westfalia con l’interessamento da parte di Lufthansa per le rotte e gli slot, ma non per i debiti. Così, per tagliare la testa al toro, si è fatta strada la soluzione all’italiana, quella già intrapresa per Alitalia: libri in tribunale e ricorso alla procedura fallimentare.

 

Air Berlin insolvente, bond in default

 

Come per Alitalia, lo Stato tedesco ha stanziato un prestito ponte (da 150 milioni) per garantire i voli e le prenotazioni fatte fino a settembre, ma già ora non è più possibile acquistare nuovi biglietti online. Air Berlin non ha ancora fatto sapere come intende procedere, ma pare evidente che, trattandosi della seconda compagnia aerea tedesca e la settima in Europa con 170 destinazioni e tre Hub importanti (Berlino, Dusseldorf e Tegel), l’interesse del governo tedesco sia quello di far confluire le attività aeree in Lufthansa. Non a caso lo scorso febbraio era stato nominato Ceo di Air Berlin Thomas Winkelmann, ex numero uno di Germanwings, società controllata di Lufthansa. Dal canto suo, il socio di minoranza Ethiad (29,9%) che aveva garantito (a parole) il proprio supporto finanziario, uscirà di scena come sta succedendo con Alitalia, mettendo fine all’avventura industriale nelle compagnie aeree europee.

 

 Bond Air Berlin crollano del 80%

 

In borsa, a Francoforte, le azioni sono crollate del 40% sotto quota 0,50 euro. Così come i bond in euro e in franchi svizzeri che sono precipitati al 15% del loro valore nominale. Il colpo più grosso l’ha incassato il bond Air Berlin 8,25% 2018 che ha perso più del 80% in una sola seduta con scambi vorticosi passando da 80 a circa 15. Su questa obbligazione molti investitori facevano affidamento sul rimborso a meno di otto mesi dalla scadenza. I bond in euro con scadenza 2019 e cedola 6,75% sono invece precipitati da quota 50 lasciando sul terreno il 70% del loro valore.

Giù anche i convertibili che non sono riusciti a fare prezzo.

 

Le perdite per gli obbligazionisti

 

Cosa succederà adesso? Difficile fare previsioni. Al momento Air Berlin è insolvente e il Tribunale di Berlino non ha ancora ammesso la società alla procedura concorsuale per evitare il fallimento. Ma è quasi sicuro che lo farà a breve e i pagamenti delle cedole verranno sospesi. Da quel momento in poi tutto potrà succedere e le parti in causa (creditori e azienda) saranno chiamate a cercare una soluzione per tutelare al meglio i propri interessi. Un acquirente disposto a rilevare in parte Air Berlin già c’è (Lufthansa) per cui la trattativa dovrebbe essere veloce anche se, come per il caso Alitalia, bisognerà rispettare le direttive europee e i tempi tecnici prima di procedere con la vendita (non meno di 3 mesi). Per gli obbligazionisti – a detta degli esperti – si prospetta un magro recupero del capitale investito, considerati la mole dei debiti accumulati, gli aeroplani venduti, le rate di leasing elevatissime e che i bond (in tutto 978 milioni di euro) non sono garantiti dall’emittente, al contrario dei prestiti bancari e del prestito ponte da 150 milioni appena erogato dallo tesoro tedesco. Tutte le obbligazioni Air Berlin, sia quelle in euro che in franchi svizzeri (quotate alla borsa del Lussemburgo), poi, sono regolamentate dalla legge inglese che offre notoriamente meno tutele giuridiche agli investitori rispetto all’ordinamento tedesco in caso di insolvenza. In ogni caso, sarà fatto tutto il possibile per evitare il peggio, anche se – come ha detto Niki Lauda pochi giorni fa – “Air Berlin non è più salvabile”.