Il 2024 inizierebbe con le carte in regola per essere ricordato un’ottima annata per i detentori di un portafoglio obbligazionario. L’attesa per il taglio dei tassi di interesse va avanti da mesi e sembra ormai assodato che l’allentamento monetario arriverà, magari già entro il primo trimestre dell’anno in arrivo. Per non farsi trovare impreparati alla svolta, l’allungamento della “duration” può diventare la mossa azzeccata per cogliere i guadagni di questa fase.
A dire il vero, sarebbe stato più accorto farlo qualche mese fa, quando il mercato non prezzava ancora il taglio dei tassi imminente.
Cos’è la duration
Adesso, serve chiarire il significato di “duration”, che per molti investitori stessi resta poco chiaro o del tutto ignoto. Con questo termine s’indica il tempo necessario, affinché un’obbligazione ripaghi il capitale investito, tenuto conto delle cedole nel frattempo distribuite. E’ evidente che più alte sono le cedole e minore sarà la duration, a parità di durata residua del titolo. E maggiore la frequenza con cui le cedole saranno distribuite, sempre minore la duration. Infine, più lunga la durata residua di un bond e maggiore la duration.
Può essere capitato che vi siate imbattuti nell’espressione “duration modificata”. Essa esprime la volatilità dei prezzi di un bond al variare del rendimento sottostante in un dato momento. Praticamente, ci dice di quanto aumenterà o diminuirà il prezzo del titolo al diminuire o aumentare del rendimento dell’1%. Una duration modificata di 10 significa che un maggiore/minore rendimento istantaneo dell’1% ridurrebbe/aumenterebbe la quotazione del bond del 10%.
Come allungare la duration di un portafoglio obbligazionario
Perché allungare la duration di un portafoglio obbligazionario con il taglio dei tassi in vista? Questa operazione consentirebbe all’investitore di cogliere i guadagni in conto capitale derivanti dalla riduzione dei rendimenti.
Come si può allungare la duration di un portafoglio obbligazionario? Senza dubbio, inserendovi bond con scadenze più lunghe. Ma per quanto sopra spiegato, pur brevemente, non basta. A parità di durata residua, la duration risulterà maggiore per i bond con cedole più basse e/o con una minore frequenza nella distribuzione. Infine, i bond con rendimenti più alti posseggono una duration più bassa dei bond con rendimenti più bassi, a parità di scadenza e cedole.
Due bond a confronto con l’atteso taglio dei tassi
Ecco un esempio pratico di quanto abbiamo sin qui detto. Prendiamo il BTp con scadenza 1 febbraio 2037 e cedola 4% (ISIN: IT0003934657). Offre un rendimento intorno al 3,80% e una duration modificata di 9,84. Il BTp con scadenza 1 marzo 2037 e cedola 0,95% (ISIN: IT0005433195) ha una durata residua molto simile e quasi identico rendimento, ma la sua duration modificata risulta di 11,75. Negli ultimi due mesi, il primo ha guadagnato il 14,4% e il secondo il 17,50%.
Chi volesse allungare la duration di un portafoglio obbligazionario per puntare sull’aumento dei prezzi con il taglio dei tassi, dinnanzi a questi due bond dovrebbe optare per il secondo. Scelte estreme sarebbero i BTp “Matusalemme”: scadenze 1 marzo 2067 e 1 marzo 2072. In quei casi, la duration salirebbe rispettivamente a 21,34 e 23,93. Ma basterebbe un altro punto di rendimento in meno per accrescere i guadagni di una percentuale altrettanto alta.