Settimana intensa per il Tesoro, che ha raccolto complessivamente 22 miliardi di euro tra titoli di stato a medio-lunga scadenza e Bot annuali. Tra i primi c’è stato il collocamento sindacato da 8 miliardi per il lancio del nuovo BTp a 30 anni. E i rendimenti in asta sono letteralmente collassati, segno che il mercato avesse scontato appieno il taglio dei tassi di interesse annunciato ieri pomeriggio dalla Banca Centrale Europea (BCE).

Finito periodo d’oro per risparmiatori

In particolare, il nuovo Bot a 12 mesi ha visto scendere il rendimento dal 3,112 al 2,892% in un solo mese.

Ancora all’inizio dell’estate offriva il 3,50%. E ieri, la nuova tranche del BTp luglio 2027 ha esitato un rendimento del 2,62%, giù dal 3,24% dell’asta a luglio. Il BTp luglio 2031 è sceso anch’esso al 3,15% dal 3,57% di due mesi fa. L’asta di agosto, come sempre accade, era stata cancellata dal Tesoro per l’assenza di uno specifico fabbisogno di liquidità.

I rendimenti in asta scendono da mesi, anche se tra giugno e luglio si era registrata una qualche tensione legata alla crisi politica francese. Se il trend è innegabile che faccia piacere al governo, che si ritroverà a pagare minori interessi sulle nuove emissioni di debito, non lo stesso dicasi per i risparmiatori. I loro capitali iniziano già ad essere meno remunerati. Il periodo “d’oro”, se così si può dire, è stato il 2023. Nel corso dell’anno, erano riusciti a spuntare rendimenti che non si vedevano da oltre un decennio. Già allo scorso Natale questi si erano riportati ai minimi da diversi mesi, prospettando la fine della pacchia. Il decennale, che era arrivato a rendere il 5%, adesso è in area 3,50%: -15% entro la scadenza!

Rendimenti in asta scenderanno ancora

Con le prime aste dopo la pausa estiva, la conferma che il tempo residuale per investire a tassi convenienti si sia ridotto ulteriormente.

Sebbene i rendimenti in asta e sul mercato resteranno quasi certamente superiori a quelli degli anni precedenti alla stretta della BCE, la caduta proseguirà. Restando sul tratto più breve della curva, che interessa maggiormente le famiglie, è facile prevedere che man mano che i tassi saranno tagliati, i BTp diverranno sempre meno generosi. Ad oggi, fatte salve le aspettative d’inflazione, i rendimenti netti reali offerti appaiono ancora elevati. Già al prossimo Natale molti potrebbero essersi pentiti di non avere fatto ingresso prima sul mercato obbligazionario.

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