Le aziende statunitensi continuano ad approfittare delle buone condizioni del mercato obbligazionario europeo con Coca-Cola capace di collocare un bond da ben 8,5 miliardi di euro. Il prestito rappresenta la maggior emissione mai effettuata da una realtà americana in Europa e la seconda in euro nel mondo Corporate. Coca-Cola ha collocato obbligazioni con scadenze tra 2 e 20 anni a tasso sia fisso che variabile. Un bond a otto anni paga una cedola di solo lo 0,75%. Solo per fare un esempio, Chevron ha emesso ad inizio settimana negli Stati Uniti uno strumento analogo con cedola del 2,411% a dimostrazione della particolare divergenza tra i mercati europeo e statunintense.
Raddoppiate le emissioni di bond USA in Europa Analisti e banchieri si aspettano che il trend continui nei prossimi mesi alla luce del continuo calo dei rendimenti dei titoli di stato europei di riferimento determinato anche dal prossimo avvio da parte della banca centrale europea del programma di acquisto di bond. Includendo l’emissione di Coca-Cola, il valore delle emissioni in euro di aziende americane è più che raddoppiato quest’anno passando – secondo i dati di Dealogic – dai 13 miliardi del 2014 a circa 28 miliardi di dollari nell’ arco dello scorso anno. Il bond della multinazionale di Atlanta segue i prestiti collocati dalle connazionali Priceline, AT&T e Mondelez International.
Coca Cola, le previsioni per il 2015 [fumettoforumright]Il 2015 sarà un anno di transizione per
Coca-Cola Company a causa della necessità di procedere con il piano di taglio dei costi e di affrontare l’impatto delle valute. L’indicazione e’ stata fornita dalla multinazionale di Atlanta in occasione della pubblicazione dei risultati del quarto trimestre che hanno mostrato un aumento dei volumi e conti superiori, seppur di poco, alle attese degli analisti. Coca-Cola genera la maggior parte dei profitti all’estero e negli ultimi trimestri ha subito l’impatto dell’apprezzamento del dollaro in alcuni dei suoi mercati chiave, dove ha anche pagato il rallentamento dell’economia e la crescente volatilità geopolitica.
Per il 2015, la multinazionale prevede una crescita dell’Eps del 5% circa al netto delle fluttuazioni valutarie, mentre i cambi avranno un impatto di 5 punti percentuali sui ricavi e di 7/8 punti sull’utile pre-tasse. Lo scorso ottobre Coca-Cola ha svelato un piano di riduzione dei costi da 3 miliardi di dollari pur di arginare l’impatto del rallentamento delle vendite che ha spinto i vertici a lanciare un profit warning sui conti dell’esercizio. La multinazionale ha pertanto avviato a gennaio le procedure per tagliare 1.600 colletti bianchi in tutto il mondo per ottenere risparmi da veicolare in attività di marketing anche per sfruttare i primi segnali di ripresa in Usa.
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