Cipro è risorta. Correva il 2013 quando la Troika impose in una notte il “bail in” alle banche cipriote. Dalla sera alla mattina furono cancellate azioni, obbligazioni e depositi sopra i 100.000 euro per un totale di 9,5 miliardi di euro. Famiglie, imprese e risparmiatori si ritrovarono sull’orlo di una crisi senza precedenti, al limite della destabilizzazione sociale. Ci furono arresti, feriti e anche qualche morto per strada, anche se di tutto questo i media non ne hanno mai parlato per non destare troppi allarmismi a livello continentale.
Cirpo: bond più sicuri, ma a rischio esclusione QE
In attesa del ritorno di Cipro in area “investment grade” (ora il rating è B+ per Standard & Poor’s), i prezzi delle obbligazioni sono tornati a salire. Il rendimento del bond governativo 4,25% 2025 (XS1314321941) è al 4%, mentre l’obbligazione più corta, quella con cedola 4,75% e scadenza giugno 2019 (XS1081101807) supera di poco il 3%. Ci sono più di 300 punti di differenza con il triennale italiano il cui rendimento è scivolato da poco in territorio negativo, ma se si considera che nel 2013 tali obbligazioni viaggiavano abbondantemente sotto la pari, il progresso è stato notevole. Il rendimento però potrebbe tornare a salire in futuro. Cipro, infatti, rischia di essere esclusa dal programma di acquisto di titoli sovrani della Bce dal momento che il rating del paese è in area “non investment grade” e il programma di bailout scade alla fine di marzo.