Il detto “bere per dimenticare” vale un po’ anche per gli investimenti in borsa. In questo disgraziato periodo finanziario in cui tutto va a rotoli e sembra non esserci approdo sicuro da nessuna parte, vale la pena puntare il dito su una particolare categoria di obbligazioni che non hanno subìto i contraccolpi dei recenti crolli dei listini azionari e obbligazionari. Si tratta del comparto beverage, fra cui è possibile individuare noti marchi a livello internazionale, fra cui ad esempio Heineken, Bacardi, Pernod-Ricard, ecc.
Semestrale 2011 Campari: risultati molto soddisfacenti – La recente semestrale ha snocciolato dati degni di particolare attenzione se si considera il periodo congiunturale: utile netto di 75,3 milioni di euro (+8,7% rispetto allo stesso periodo del 2010), vendite in aumento del 14,2% a 589,1 milioni di euro e un indebitamento netto che ammonta a 669 milioni di euro, in lieve calo rispetto ai 677 milioni del 31 dicembre 2010. Anche in borsa il titolo (quotato a Milano e a New York), dai minimi del 2009, ha messo a segno un rialzo del 175% accusando solo una lieve flessione in questi ultimi tempi di accanimento speculativo sul mercato azionario.
OBBLIGAZIONI CAMPARI
Ma la perla di questa società è senza dubbio l’obbligazione “Davide Campari s.p.a.” da 350 milioni di euro di durata settennale, la prima della sua storia, emessa nell’Ottobre 2010 a 99,43 con richieste provenienti da tutto il mondo otto volte superiori all’offerta.
Campari in Russia: una campagna tutta da gustare
E che il gruppo sia più che affidabile lo si vede anche dalle recenti attività di espansione verso le economie emergenti quali il Brasile e la Russia, messe a punto anche grazie ai soldi raccolti dal collocamento del bond un anno fa. Recentemente Campari ha finalizzato l’acquisizione di Sagatiba, brand brasiliano leader nel mercato della cachaça premium in Sud America, e l’80% della piattaforma di distribuzione e importazione di prodotti spirit e wine Vasco Cisa in Russia. Con questa ultima operazione il gruppo ha assunto di fatto il controllo della distribuzione in Russia, in precedenza affidata ad accordi con distributori locali, in previsione di un aumento dei consumi di alcolici diversi dalla vodka. Il consumo del tradizionale distillato russo è infatti in costante calo in Russia a causa del cambiamento delle abitudini della popolazione e delle restrizioni di vendita di superalcolici di notte introdotti dal governo.